13 Ottobre 2024, domenica
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Novità al Museo Galileo

A cura di Carla Cavicchini

Novità al Museo Galileo: esposti al pubblico il globo terrestre di

Cornelis De Jode (1594) e un raro astrolabio di carta (1668),

recentemente acquistati dal Ministero della Cultura

Presentati oggi 6 settembre presso il Museo i due preziosi strumenti scientifici: presenti Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana, Roberto Ferrari, Direttore esecutivo del Museo Galileo, e Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente di Friends of Florence, il cui generoso contributo ha permesso il restauro del globo di Cornelis De Jode.

Firenze, 6 settembre – Il globo terrestre di Cornelis De Jode, rarissimo esemplare della cartografia storica, risalente al 1594, da Anversa, e l’astrolabio di carta, datato 1668, forse della Francia settentrionale, sono i due preziosi strumenti scientifici presentati oggi, mercoledì 6 settembre, al Museo Galileo di Firenze, alla presenza di Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana, Roberto Ferrari, Direttore esecutivo del Museo Galileo, e Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente di Friends of Florence, il cui generoso contributo ha permesso il restauro del globo di Cornelis De Jode.

Per il loro alto interesse storico e culturale, il Ministero della Cultura li ha recentemente acquistati a favore della Direzione Regionale dei Musei della Toscana, che li ha depositati presso il Museo Galileo. Il Museo stesso ha fornito la consulenza scientifica che ne ha attestato il grande valore come documenti storico-scientifici.

I due strumenti sono esposti in una vetrina dedicata a valorizzare le nuove acquisizioni, posta in una sala del rinnovato piano terreno, insieme a un altro oggetto acquistato dal Ministero della Cultura nel 2022, un telescopio riflettore gregoriano di Le Bas jr. (c. 1720). Successivamente, questi strumenti saranno trasferiti nel percorso espositivo del Museo Galileo.

Il globo terrestre di Cornelis De Jode

Datato 1594, proviene da Anversa. Comparso sul mercato nel 2016 e quindi vincolato, il suo acquisto è stato perfezionato dal Ministero della Cultura nel novembre del 2022, per la cifra di € 385.568. Si tratta di un oggetto rarissimo e di grande valore nel campo della cartografia storica: è infatti l’unico sopravvissuto della produzione del cartografo e stampatore fiammingo Cornelis De Jode (1568-1600 circa), finora testimoniata esclusivamente da una serie di fusi cartografici conservata alla Bibliothèque nationale de France a Parigi. Il globo era in condizioni di conservazione critiche e presentava forti segni di degrado, comprese alcune lacune nella superficie cartacea. Dopo accurate indagini diagnostiche, è stato sottoposto a un delicato e complesso intervento di pulitura e restauro, finanziato dalla fondazione Friends of Florence. L’intervento è stato eseguito dall’Officina del Restauro di Firenze. I lavori di restauro sono stati diretti da Stefano Casciu con la collaborazione della Funzionaria restauratrice della Direzione regionale musei Lucia Nucci, e con l’ulteriore supervisione – per gli aspetti storico-scientifici – di Giorgio Strano, Responsabile delle collezioni del Museo Galileo. Dopo un periodo di esposizione nella vetrina dedicata a valorizzare le nuove acquisizioni, il globo terrestre di Cornelis De Jode sarà definitivamente collocato nell’esposizione permanente del Museo Galileo, integrando in maniera significativa la cospicua e importante selezione di globi terrestri e celesti.

L’astrolabio piano manoscritto

Forse di manifattura francese, è realizzato in carta e legno ed è completo di custodia. Per questo strumento era stata inoltrata alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano una richiesta di esportazione da parte del proprietario, ma, considerato il suo rilevante interesse storico-scientifico, il Ministero della Cultura ne ha negata l’esportazione e lo ha acquistato a favore della Direzione Regionale dei Musei della Toscana, destinandolo al Museo Galileo.

L’orologio solare sul retro dello strumento riporta la latitudine di 49°30’, il che suggerisce un contesto d’uso per l’estremo nord della Francia o, più probabilmente, per la Baviera (Norimberga, a 49°27’ N, era ben nota per la costruzione di strumenti). La data 1668 è compatibile con la grafia delle iscrizioni. La cura scientifica della realizzazione è elevata, le scale graduate sono tracciate con grande precisione. La data dell’equinozio di primavera è idealmente fissata al 21 marzo, il che riporta a un ambito cattolico, compatibile tanto con il nord delle Francia che con la Baviera (all’interno della quale l’enclave di Norimberga faceva eccezione: il calendario gregoriano vi fu ufficialmente adottato nel 1699). Si tratta di un oggetto di rilevante interesse storico-scientifico ed estremamente raro: esistono pochissimi astrolabi piani manoscritti su carta o cartoncino anteriori al XVIII secolo. Il Museo Galileo, per esempio, ne possiede solo pochi frammenti databili al XVII secolo.

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