17 Maggio 2024, venerdì
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Imprenditorialità femminile

A cura di Simona Fragiello 

Nel 2022, secondo l’ultima fotografia scattata da Unioncamere e Infocamere, si contano 6mila imprese al femminile in meno rispetto all’anno precedente. Eppure, mentre alcune roccaforti settoriali guidate da donne vacillavano, le aree più innovative hanno registrato incrementi significativi. Basti pensare alle attività professionali, scientifiche e tecniche, in cui le imprese femminili sono aumentate di oltre 2mila unità (un balzo di circa il +5%); ma anche i servizi di informazione e comunicazione, che oggi vantano un tasso di femminilizzazione del 19,2%. Un’occasione per fare il punto sulle principali misure messe in campo dal governo per sostenere l’occupazione e l’imprenditorialità femminile, analizzate nell’ultima Guida di Confcommercio; e per lanciare uno sguardo ai bonus dedicati alle famiglie.

Si parte da ON – Nuove imprese a tasso zero, incentivo promosso dal Mise e riservato alle micro e piccole imprese composte (per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione) da giovani con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni o da donne di tutte le età. Possono candidarsi anche le persone fisiche che desiderino costituire una nuova impresa, purché comprovino l’avvenuta costituzione nei termini indicati nella comunicazione di ammissione alle agevolazioni. L’agevolazione consiste in un mix di finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto, dedicati a progetti con spese fino a 3 milioni di euro. Nel dettaglio, sostiene le iniziative promosse su tutto il territorio nazionale nei seguenti settori:

  • commercio di beni e servizi;
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone, compresi quelli relativi all’innovazione sociale;
  • produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli;
  • turismo, comprese le attività turistico-culturali volte alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, e le attività volte al miglioramento dei servizi per la ricettività e l’accoglienza.

Nel caso di programmi d’investimento presentati da imprese costituite da non più di 36 mesi, le spese ammissibili non possono superare gli 1,5 milioni di euro; per le imprese costituite da più di 36 mesi e da non più di 60 mesi, tale tetto sale a 3 milioni di euro.

L’obiettivo, come spiegato da Invitalia, è “stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’economia digitale, valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e incoraggiare il rientro dei cervelli dall’estero”. Le startup al femminile, in particolare, possono accedere a un “tesoretto” pari a 100 milioni di euro di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Inoltre, le aziende costituite interamente da donne possono accedere a un finanziamento a tasso zero del 90% delle spese ammissibili, senza alcuna garanzia (pari all’80% nel caso dei finanziamenti ordinari). Possono concorrere all’ottenimento dell’incentivo anche le persone fisiche che intendono costituire un’azienda che goda dei requisiti per essere definita “impresa femminile”. Il finanziamento, precisa Confcommercio, dovrà essere restituito in 10 anni a partire dal 12° mese successivo all’ultima quota ricevuta. Al 1° febbraio 2023 sono state finanziate in generale 1.425 startup, attivati 725 milioni di euro di investimenti e concesse 556 milioni di euro di agevolazioni.

La Legge di bilancio 2023 prevede anche una serie di agevolazioni per le famiglie, tra cui l’Assegno unico universale per i figli a carico e il Bonus asilo nido. L’Assegno unico e universale è un sostegno economico concesso alle famiglie per ogni figlio a carico under 21 e senza limiti di età per i figli disabili. Nel caso di figli maggiorenni, fino al compimento del 21° anno di età appunto, è necessario però che ricorrano le seguenti condizioni:

  • devono frequentare un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea;
  • devono svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa e avere un reddito complessivo inferiore agli 8mila euro annui;
  • devono essere registrati come disoccupato e in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • devono svolgere il servizio civile universale.

L’importo dell’Assegno unico e universale per i figli a carico viene calcolato sulla base della condizione economica del nucleo familiare, considerando l’Isee in corso di validità. La domanda di accesso al sostegno economico può essere presentata “da uno dei due genitori esercenti la responsabilità genitoriale a prescindere dalla convivenza con il figlio”, si legge sul sito dell’Inps, sia che si tratti di lavoratori dipendenti (pubblici o privati) sia che si tratti di lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati o inoccupati.

Il Bonus asilo nido è infine un contributo di massimo 1.000 euro per i figli nati dal 1° gennaio 2016 disposto dall’Inps e utilizzabile per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati o di forme di assistenza domiciliare nel caso di bambini con meno di tre anni e affetti da gravi patologie croniche. L’importo del bonus è stato elevato fino a un massimo di 3mila euro sulla base dell’Isee minorenni dall’articolo 1, comma 343, legge 27 dicembre 2019 n. 160. La richiesta di agevolazione può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato.

In Italia si contano al 31 dicembre 2022 ben 1.337mila imprese al femminile, pari al 22,21% del tessuto imprenditoriale tricolore. Come calcolato dall’ultimo Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e Infocamere e anticipato in apertura, tale dato risulta in calo di 6mila unità rispetto alla fine del 2021. A registrare una contrazione sono stati i settori che tradizionalmente vantano una maggiore presenza di imprese al femminile, quali il commercio (che ha perso 7.700 aziende al femminile nel 2022), l’agricoltura (4mila) e le attività di alloggio e ristorazione (1.200). Contrariamente, i settori più innovativi o a maggior contenuto di conoscenza hanno messo a segno incrementi significativi. Si parla per esempio delle attività professionali, scientifiche e tecniche (in cui le imprese al femminile sono aumentate di oltre 2mila unità lo scorso anno), i servizi di informazione e comunicazione (in crescita del +2,18% con 579 imprese in più) e le attività finanziarie e assicurative (+1,21% con 354 imprese in più).

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