17 Maggio 2024, venerdì
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KAY SAGE YVES TANGUY

KAY SAGE YVES TANGUY
Ring of Iron, Ring of Wool
New York – Helly Nahmad Gallery fino al 29 luglio

Catalogo Skira

A cura di Carla Cavicchini

Un’appassionante e poetica mostra a New York
sulla reciproca influenza tra i due grandi artisti surrealisti,
uniti nella vita da una relazione profonda;
ma anche l’autonomia di linguaggi e di visioni
e il riconoscimento dell’arte e della figura di Kay Sage,
oscurata in passato dai pregiudizi sulle artiste donne

e dal rapporto con Tanguy.

Il  catalogo internazionale appena pubblicato da Skira
fa luce anche sul profondo rapporto di Kay Sage con l’Italia .

E’ dedicata a Kay Sage (Americana,1898 – 1963)

e Yves Tanguy ( Franco-americano 1900 – 1953) – i due eminenti esponenti della
pittura surrealista, uniti anche nella vita privata – la mostra curata da Victoria
Noel-Johnson in corso a New York, alla Helly Nahmad Gallery fino al 29 luglio,
di cui è appena uscito il prezioso catalogo edito da Skira

(con distribuzione worldwide in ottobre) curato da Victoria Noel-Johnson e Marzina
Marzetti, in collaborazione con Derek Des Islets, Matthew Foster e Lorenza Possati.
Traendo il titolo da un dipinto di Kay Sage che fa riferimento al loro settimo
anniversario di matrimonio, la mostra – “Kay Sage and Yves Tanguy. Ring of Iron, Ring
of Wool” – segue  fin dal suo nascere il legame tra queste due straordinarie
personalità e il reciproco e dinamico scambio di idee che lo ha animato. 
Terza mostra congiunta dei loro lavori ( la prima fu al Wadsworth Atheneum

Museum of Art nel 1954, poco prima della morte inaspettata di Tanguy ), le opere
esposte intrecciano una narrazione delicata che abbraccia diversi decenni,
intervallata da un dialogo silenzioso suggerito dai titoli poetici delle stesse. 
Entrambi aveva apprezzato il reciproco lavoro ancor prima di conoscersi
personalmente: la Sage aveva visto nel 1935 l’opera di Tanguy, intitolata
profeticamente “Je vous attends”, e Tanguy aveva incontrato per la prima volta il

lavoro della Sage nel 1938.
Si sposano solo due anni più tardi, nel 1940. 

I due artisti sono stati abbastanza dimenticati fino ad alcuni anni fa, ma in particolare
Kay Sage oscurata dalla sua relazione con il più noto Tanguy,

figura chiave del surrealismo francese.

Negli ultimi 20 anni però il pregiudizio maschile è stato riconosciuto nel mondo dell’arte,
con studiosi, curatori, musei e istituzioni che cercano di analizzare il fenomeno storico

con occhi nuovi e di valutare il contributo delle artiste donne.

Guardando a questa straordinaria coppia, la mostra tratta dunque anche temi
difficili: come le sfide che i due hanno incontrato, gli ostacoli o le opportunità
negate che Sage inevitabilmente ha dovuto affrontare come artista, scrittrice

poetessa: inclusi i pregiudizi nei circoli aristocratici soffocanti
nell’Italia negli anni ’20, l’ambiente parigino d’avanguardia degli anni ’30,
il mercato competitivo di New York negli anni ’40 e ’50.

Le oltre 60 opere prestate da prestigiosi musei internazionali, istituzioni e
collezioni private – il Philadelphia Museum of Art; il Williams College Museum of Art,
Williams, Massachusetts; il Colorado Springs Fine Art Center al Colorado
College; il Mint Museum, Charlotte, North Carolina; la Pierre & Tana Matisse
Foundation, New York; la Calder Foundation, New York; Cavaliero Fine Arts, New
York; la Shin Gallery, New York; la Esther Grether Family Collection,
Basilea; la Collezione Mark Kelman, New York; la Collezione famiglia Enrico Donati, la
Collezione Bernardino Campello, ecc – e la scelta di mostrare i lavori dei due artisti
fianco a fianco (situazione evitata intenzionalmente in vita, per affermare la parvenza
di personalità distinte), mettono in luce i punti di contatto estetici e le reciproche
influenze ma, allo stesso tempo, mostrano le nette differenze stilistiche e i differenti

approcci concettuali, in un gioco parallelo di dare e avere. 
Qui, il mondo interiore e in continua evoluzione e reattivo di Tanguy, i suoi
paesaggi fantastici popolati da una vasta gamma di forme biomorfe e da soggetti
antropomorfi convivono armoniosamente con l’universo di Sage e i suoi paesaggi
onirici, resi metafisicamente con pianure aride, impalcature architettoniche e

strutture a traliccio adornate con tessuti dai colori vivaci.

Kay Sage fu anche molto legata all’Italia: trascorse tantissime vacanze a Rapallo
insieme al madre; studiò arte a Roma, dove visse i giorni più felici della sua vita,
imparando tecniche per dipingere all’aperto la campagna romana, e – prima di legarsi a
Tanguy – s’innamorò e sposò un giovane nobile italiano, vivendo insieme a lui per
dieci anni la vita oziosa dell’alta borghesia romana. Anche la sua prima personale –
dopo l’annullamento del matrimonio – si tenne in Italia alla Galleria Il Milione di
Milano, e un italiano – Giorgio de Chirico – fu l’artista che ebbe la maggior a

influenza sulla sua pittura. 

La Sage muore nel ‘63 sparandosi al cuore, dopo essersi dedicata a valorizzare
l’eredità artistica del marito, e lascia un’ultima nota a sua firma che recita
semplicemente “L’extinction des lumières inutilis”, lo stesso titolo di un dipinto
del 1927 di Tanguy nella collezione del Museo d’Arte Moderna di New York.
Su sua richiesta, le sue ceneri e quelle del marito scomparso 10 anni prima furono
disperse da Pierre Matisse e dalla cognata Émilie, nella baia di Douarnenez,
al largo della costa della Bretagna, vicino al villaggio dove a Yves

aveva trascorso le sue vacanze da bambino.

Villaggio Globale International Srl
Antonella Lacchin
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