Innanzitutto, devi sapere che quando un minore viene condotto e trattenuto in un altro Stato senza il consenso del genitore si parla di sottrazione internazionale di minore ed è un reato punito con la reclusione fino a quattro anni.
Il primo passo da fare in questi casi è rivolgersi immediatamente all’autorità centrale italiana (presso il dipartimento per la giustizia minorile e di comunità) e chiedere il rientro immediato del minore. A tal fine, è indispensabile fornire idonea documentazione per:
- identificare il minore: ( procurare certificato di nascita, foto del bambino)
- dimostrare la responsabilità genitoriale verso il minore portato via dalla madre
- Dimostrare che il bambino è residente in Italia ( basta un certificato di frequenza a scuola o dal pediatra del bambino)
Nel momento in cui i requisiti sono stati verificati, l’autorità centrale immediatamente si attiva per localizzare il minore ed invia l’istanza allo Stato di rifugio, ovviamente tradotta nella lingua straniera.
A quel punto, la madre scappata con il figlio se non è disponibile a rientrare volontariamente in Italia scatta la procedura giudiziaria, affinché il giudice dello Stato straniero emetta un ordine di rientro in presenza dei seguenti presupposti:
- il figlio sottratto non ha ancora compiuto 16 anni e ha la residenza in Italia.
- l’istante è titolare della responsabilità genitoriale sul minore
- la sottrazione è avvenuta senza il consenso del padre.
Il Giudice che valuta il caso, tiene in considerazione anche da quanto tempo il bambino è stato portato via dalla madre e se nel frattempo si è integrato nel suo nuovo ambiente.
L’ordine di rientro non verrà emesso se risulta che il padre ha acconsentito il viaggio della moglie insieme al figlio, se c’è il rischio che il minore, una volta rientrato in Italia, sia esposto a seri pericoli sia fisici che psichici, oppure se il figlio rifiuta il rientro.
