25 Aprile 2024, giovedì
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Evasione dove si fa più nero

A cura di Sandro Cimelli 

Il 2022 è stato un anno record, in negativo. Nonostante le tante sanatorie sulle cartelle esattoriali il magazzino dei crediti fiscali non riscossi continua a salire e, al 31 dicembre 2022, ha toccato il record di 1.153 miliardi, contro i 1.099 miliardi del 2021, i 999 del 2020, i 955 del 2019. I provvedimenti di rottamazione e di saldo e stralcio non hanno quindi fermato la crescita delle tasse, dei contributi e delle multe non pagate che lo Stato non riesce a riscuotere. E che in gran parte non riuscirà a riscuotere, perché in molti casi i crediti sono in capo a soggetti falliti, deceduti, nullatenenti o per i quali le azioni di riscossione, compresi sequestri e pignoramenti, si sono rivelate inefficaci.

Sebbene gli ultimi dati disponibili dell’Istat siano riferiti al 2020, anno fortemente condizionato dall’emergenza pandemica, la percentuale dell’economia non osservata sul valore aggiunto regionale – secondo quanto rileva la CGIA – registrava le soglie più elevate nel Mezzogiorno. Se in Sicilia si attestava al 16,8%, in Puglia al 17%, in Campania al 17,7% e in Calabria che, con il 18,8%, continua a essere la regione più a rischio evasione d’Italia. Le realtà più fedeli al fisco, invece, erano la Provincia Autonoma di Trento con il 9%, la Lombardia con l’8,4% e, la meno interessata da questo triste fenomeno, la Provincia Autonoma di Bolzano con un’incidenza dell’8,2%. La media nazionale si fermava all’11,6%.

Tuttavia, una luce in fondo al tunnel dell’evasione fiscale, forse, iniziamo a intravederla. L’anno scorso l’erario ha incassato, rispetto al 2021, 68,9 miliardi in più di entrate tributarie e contributive, ha recuperato 20,2 miliardi di evasione e ha “bloccato” 9,5 miliardi di frodi. Questo maggior gettito, pertanto, ammonta complessivamente a 98,6 miliardi di euro. Un importo che ha una dimensione leggermente inferiore alla stima dell’evasione fiscale e contributiva presente in Italia che, secondo le stime, ammonterebbe attorno ai 100 miliardi di euro. Dunque sembra si sia imboccata la strada giusta per una progressiva riduzione del nero. Infatti, una quota preponderante dei 68,9 miliardi incassati in più sono riconducibili al buon andamento dell’economia verificatasi l’anno scorso che include un importo – sicuramente contenuto ma ogni anno in costante aumento – ascrivibile agli effetti delle misure fiscali.

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