28 Marzo 2024, giovedì
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prodotti dell’infanzia: le ultime novità shock

A cura di Ionela Polinciuc

Adolfo Urso, il ministro delle imprese e del Made in Italy, ha dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi di convocare il prima possibile una riunione della nuova Commissione di allerta rapida, per quanto riguarda il caro prezzi dei prodotti dell’infanzia. Inoltre, con la legge di bilancio per il 2023, informa una nota del Mimit, il Governo ha previsto – dal 1° gennaio scorso – la riduzione dell’aliquota Iva al 5% per alcuni prodotti per l’infanzia. In particolare, pannolini, latte e seggiolini auto per bambini. 

Al riguardo, riportiamo integralmente il COMUNICATO STAMPA DELL’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI di oggi 15 maggio 2023

Urso e Garante prezzi: riduzione prezzi 50% di quella attesa

Unc: Mimit pubblichi gli indici

Secondo il Mimit, la riduzione dei prezzi dei prodotti dell’infanzia per i quali è stata ridotta l’Iva è stata di circa il 50% di quella attesa. Gli uffici a supporto del Garante avrebbero stimato, elaborando indici provinciali dei prezzi al consumo dell’Istat, una variazione nazionale tra il mese di marzo e quello di dicembre pari ad esempio a -1,3% per il latte infanzia partenza.

“Il Mimit pubblichi questi misteriosi indici Istat provinciali, considerato che non sono nel database dell’Istat, e i prezzi medi nazionali o provinciali di quei prodotti” chiede Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“A parte il fatto che le variazioni dei prezzi andrebbero date da dicembre 2022 a gennaio 2023, visto che l’Iva andava ridotta a partire dal 1° gennaio 2023 e non da dicembre a marzo, quando anche l’indice generale Nic è sceso in quell’intervallo temporale dello 0,2%, ci piacerebbe capire la rappresentatività di quel campione, visto che quelle voci citate dal Mimit non rientrano ufficialmente nel paniere Istat” prosegue Dona.

Per fare un esempio concreto, il latte per bambini è contenuto nella voce di spesa “Latte specifico per bambini e altro latte (latte in polvere, concentrato o condensato)” corrispondente alla sottoclasse Ecoicop 01.1.4.3, ossia latte conservato, dalla quale, però, secondo le risposte date dall’Istat ai nostri quesiti, non è scorporabile.

“Chiediamo questi dati, insomma, per sapere da dove arriva questo 50%, che sarebbe comunque un dato gravissimo, visto che vorrebbe dire che i commercianti si sono comunque pappati la metà di quello che avrebbero dovuto restituire ai consumatori” conclude Dona.

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