19 Aprile 2024, venerdì
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Le novità del decreto 1 maggio

A cura del Prof.Avv.Giuseppe Catapano

Taglio  del cuneo fiscale-contributivo tutto a vantaggio dei lavoratori. Insieme alla riforma del Reddito di cittadinanza, sostituito dall’Assegno di inclusione per offrire un sostegno economico ai nuclei familiari in difficoltà, e da uno Strumento di attivazione destinato agli “occupabili” per rimborsare lia frequenza ai corsi di formazione o riqualificazione professionale. Senza trascurare il ripristino del tetto di 3mila euro per i fringe benefit, ma per la sola platea dei dipendenti con figli.Le  principali misure, riassunte in 16 voci.

1) Addio al Rdc, arriva l’Assegno di inclusione 

Addio reddito di cittadinanza, da gennaio arriva l’Assegno di inclusione, di cui potranno beneficiare i nuclei con disabili, minori, over60. L’importo è fino a 6mila euro l’anno, 500 al mese, più un contributo affitto (per le locazioni regolari) di 3.360 euro l’anno, 280 al mese. Se il nucleo è costituito da tutte persone almeno 67enni o disabili gravi l’importo mensile è di 630 euro più 150 euro di contributo d’affitto. La misura è erogata per 18 mesi. Poi dopo un mese di stop è rinnovata per periodi ulteriori di 12 mesi.

I richiedenti devono essere residenti in Italia da almeno cinque anni, avere un Isee di 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6mila euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza, un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini Isee, diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini Imu non superiore a euro 150mila, non superiore ad euro 30.000, e non si devono possedere navi, imbarcazioni, autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc. L’Assegno di inclusione si richiede on line all’Inps. Per dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, scatta la reclusione da 2 a 6 anni.

2) Assegno unico, maggiorazione anche con un solo genitore 

Si riconosce la maggiorazione dell’assegno unico universale, prevista solo per i nuclei in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, anche per i minori appartenenti a nuclei ove, al momento della presentazione della domanda, è presente un solo genitore lavoratore poiché l’altro risulta deceduto. Attualmente la maggiorazione è riconosciuta per ciascun figlio minorenne presente in nuclei in cui, come detto, entrambi i genitori sono percettori di reddito da lavoro. In seguito della modifica in argomento, la maggiorazione viene ora riconosciuta per ciascun figlio minore anche per le situazioni in cui l’unico genitore presente sia titolare di reddito da lavoro e l’altro risulti deceduto.

Secondo la bozza di relazione tecnica i minori che hanno ricevuto l’assegno unico nel periodo di osservazione per i quali risulta la presenza di un solo genitore, poiché l’altro risulta deceduto, sono pari circa a 80mila al mese.

3) Cambia la scala di equivalenza

L’ultima bozza del Dl Lavoro ritocca anche la scala di equivalenza sulla quale sono parametrati il requisito reddituale per accedere all’Assegno di inclusione e l’ammontare finale dell’aiuto. In pratica, si tratta di un “punteggio” associato a ciascun componente del nucleo familiare, che fa crescere la soglia di reddito ammessa o il valore del beneficio quanto più è numerosa la famiglia o più critica è la sua situazione. Nell’ultima versione, acquista un peso più rilevante la presenza di un ulteriore componente con disabilità o non autosufficiente (che “vale” da solo 0,5 punti). La soglia dell’Isee familiare per accedere sarà di 9.360 euro (in linea con quella del reddito di cittadinanza.

4) Contratti a termine, allentata la stretta del dl Dignità

Sui contratti a termine, viene allentata la stretta operata dal cosiddetto decreto Dignità (Dlgs 15 giugno 2015, n. 81), introducendo nuove causali, alle quali occorre far riferimento in caso di proroga o rinnovo dopo i primi 12 mesi di durata. Le ragioni che giustificano il proseguimento dopo i primi 12 mesi del contratto a termine “a causale” sono tre: la prima sono i casi previsti dai contratti collettivi. La formulazione della bozza del Dl va interpretata in senso ampio intendendo sia la contrattazione nazionale, che quella aziendale o territoriale. In assenza della previsione della contrattazione collettiva si apre alla stipula di patti individuali, che sono la seconda “causale”. Cioè, il contratto a tempo determinato può proseguire oltre i 12 mesi per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti, entro la scadenza temporale del 31 dicembre 2024. La terza “causale” fa riferimento alla sostituzione di altri lavoratori.

5) Contratto d’espansione 

Il contratto d’espansione è prorogato fino al 31 dicembre 2023, con la possibilità di uscita fino a 5 anni dalla maturazione dei requisiti pensionistici nei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese. Secondo l’ultima bozza del Dl, per consentire la piena attuazione dei piani di rilancio dei gruppi di imprese con più di mille dipendenti, per i contratti di espansione di gruppo stipulati entro il 31 dicembre 2022 e non ancora conclusi, è possibile, con accordo integrativo in sede ministeriale, rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro con accesso allo scivolo pensionistico entro un arco temporale di 12 mesi successivi al termine originario del contratto di espansione. Il datore di lavoro riconoscerà per tutto il periodo e fino al raggiungimento della prima decorrenza utile della pensione un’indennità mensile, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, come determinato dall’Inps.

6) Decreto Trasparenza, meno burocrazia per le imprese 

Non solo decreto Dignità sui contratti a termine, con la cancellazione delle rigide causali legali del 2018 e un’ampia apertura alla contrattazione collettiva. Il governo Meloni smonta anche il decreto Trasparenza, in vigore dallo scorso agosto, elaborato dall’ex ministro Andrea Orlando, andando spesso oltre la direttiva Ue e scaricando sulle imprese una mole di adempimenti inutili. Nel decreto Lavoro oggi sul tavolo del Cdm entrano una serie di semplificazioni (e chiarimenti). In particolare, per tutta una serie di informazioni, ad esempio, durata del periodo di prova, congedo per ferie, importo iniziale della retribuzione, programmazione dell’orario normale di lavoro, è previsto che il datore assolve all’obbligo informativo con l’indicazione del riferimento normativo o della contrattazione, anche aziendale, che disciplina queste materie. Inoltre, sempre per sgravare i datori, si stabilisce che l’azienda è tenuta a consegnare o a mettere a disposizione del personale, anche sui siti web, contratti collettivi e regolamenti aziendali applicabili al rapporto di lavoro.

Con una novità dell’ultima ora si interviene anche sui controlli sui lavoratori “automatizzati”. La nuova norma chiarisce che il datore è tenuto a informare il lavoratore dell’utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio «integralmente» automatizzati deputati a fornire indicazioni rilevanti ai fini della assunzione o del conferimento dell’incarico, della gestione o della cessazione del rapporto di lavoro, dell’assegnazione di compiti o mansioni nonché indicazioni incidenti su sorveglianza, valutazione, prestazioni e adempimento delle obbligazioni contrattuali dei lavoratori.

7) Fondo nuove competenze 

Il Fondo nuove competenze è incrementato, nel periodo di programmazione 2021-2027 della politica di coesione europea, delle risorse rinvenienti dal Piano nazionale Giovani, donne, lavoro. Possono concorrere a finanziare il Fondo nuove competenze anche le risorse del programma operativo complementare POC SPAO. Il rabbocco di risorse (ancora non quantificato nella bozza di testo) previsto dal pacchetto lavoro oggi sul tavolo del consiglio dei ministri servirà a finanziare le intese sottoscritte a decorrere dal 2023 ai sensi del comma 1 del citato articolo 88 del decreto-legge n. 34 del 2020. Le intese sono volte a favorire l’aggiornamento della professionalità dei lavoratori a seguito della transizione digitale ed ecologica. Con le risorse del Fondo nuove competenze è finanziata parte della retribuzione oraria, oltre ai contributi previdenziali e assistenziali dell’orario di lavoro destinato ai percorsi formativi.

8) Incentivi per chi assume percettori dell’Assegno e Neet

Ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato (incluso l’apprendistato) i beneficiari del nuovo assegno di inclusione è riconosciuto un esonero contributivo del 100%, fino cioè a 8mila euro l’anno, per 12 mesi. L’esonero sale a 24 mesi in caso di trasformazione di un contratto a termine. In caso invece di assunzione con contratto a tempo determinato o stagionale è riconosciuto uno sgravio del 50%, fino a un massimo di 4mila euro l’anno, per 12 mesi e comunque non oltre la durata del rapporto di lavoro.Un altro incentivo è previsto anche per le nuove assunzioni, dal 1° giugno a fine anno, di giovani con meno di 30 anni Neet, ovvero che non lavorano e non sono inseriti in corsi di studi o di formazione, registrati al programma “Iniziativa Occupazione Giovani”, pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per 12 mesi. Questo incentivo è cumulabile con altri incentivi. In caso di cumulo, l’incentivo Neet è riconosciuto nella misura del 20% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per ogni lavoratore Neet assunto.

9) Lavoro marittimo 

Al fine di mitigare gli effetti negativi derivanti dalla contingente carenza di marittimi comunitari e per consentire la prosecuzione delle attività essenziali marittime, la continuità territoriale, la competitività ed efficienza del trasporto locale ed insulare via mare, limitatamente alle navi traghetto Ro-ro e Ro-ro pax, iscritte nel registro internazionale, adibite a traffici commerciali tra porti appartenenti al territorio nazionale, continentale e insulare, anche a seguito o in precedenza di un viaggio proveniente da o diretto verso un altro Stato, può derogarsi, per un periodo non superiore a tre mesi, alle limitazioni di cui all’articolo 1, comma 5 e articolo 2, comma 1-ter del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998 n. 30 attraverso accordi collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentativi a livello nazionale.

10) Offerta di lavoro “congrua” 

Un’altra novità contenuta nell’ultima bozza del decreto legge è nella nuova definizione dell’offerta di lavoro che, se rifiutata, fa perdere il sussidio. Il componente del nucleo familiare beneficiario dell’assegno di inclusione, attivabile al lavoro, è tenuto ad accettare in tutta Italia un rapporto a tempo indeterminato o a termine di durata oltre i 12 mesi; un lavoro a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno; quando la retribuzione non è inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi. Se il contratto offerto è inferiore a 12 mesi, e comunque non inferiore a un mese, il luogo di lavoro non deve essere distante più di 80 chilometri da casa. Per contratti di durata tra uno e sei mesi, l’Assegno è sospeso.

11) Pacchetto welfare

Sale a 3mila euro la soglia di fringe benefit esentasse per i lavoratori dipendenti con figli minori. L’intervento contenuto nel Dl lavoro, finanziato con 142 milioni di euro nel 2023, era stato annunciato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Sono esentasse fino a 3mila euro anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

Attualmente il tetto è fissato a 258,23 euro perché la legge di bilancio 2023 non ha confermato le misure precedenti. Nel 2022 il limite di non imponibilità fiscale era stato portato a 600 euro dal Decreto aiuti bis del 10 agosto, poi nel Dl aiuti quater dal 18 novembre è stato innalzato a 3mila euro.Sempre in tema di welfare, arriva poi un fondo da 60 milioni per sostenere le famiglie e spingere la conciliazione vita-lavoro. Il fondo servirà a potenziare i centri estivi, i servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori.

12) Rifinanziamento Caf

In considerazione dell’incremento dei volumi di dichiarazioni sostitutive uniche ai fini del calcolo dell’Isee connesso anche al riordino delle misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale, nonché all’introduzione di nuove misure a sostegno delle famiglie per l’anno 2023 sono incrementati di 30 milioni di euro gli stanziamenti di cui all’articolo 1, comma 479 della legge 27 dicembre n. 160, limitatamente alle attività legate all’assistenza nella presentazione della Dsu a fini Isee, affidate ai medesimi centri di assistenza fiscale.

13) Sicurezza sul lavoro, più condivisione dei dati 

Al fine di orientare l’azione ispettiva nei confronti delle imprese che evidenziano fattori di rischio in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, di lavoro irregolare, di evasione od omissione contributiva, nonché di poter disporre con immediatezza di tutti gli elementi utili alla predisposizione e definizione delle pratiche ispettive, gli enti pubblici e privati condividono gratuitamente, anche attraverso cooperazione applicativa, le informazioni di cui dispongono con l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl).

14) Scuola-lavoro, arriva il Fondo per indennizzi 

Il governo prova a rilanciare i percorsi di scuola lavoro con una doppia mossa. Da un lato, puntando a una maggiore qualificazione delle ore trascorse dagli studenti on the job e rafforzando anche prevenzione e sicurezza durante l’esperienza di alternanza. Dall’altro, prevedendo un fondo ad hoc per indennizzare l’infortunio mortale durante lo svolgimento delle attività formative. A prevederle dovrebbe essere il pacchetto lavoro atteso oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri.Partiamo dalle misure per qualificare e rendere più sicura la scuola-lavoro, oggi parte integrante del percorso di studio negli ultimi tre anni delle superiori, con almeno 210 ore negli istituti professionali, 150 nei tecnici e 90 nei licei. La misura, resa obbligatoria con il governo Renzi, è stata poi smontata dagli esecutivi Conte (e i fondi dagli originari 100 milioni l’anno sono stati più che dimezzati).

Facendo seguito alle richieste emerse dai tavoli di confronto svolti nei mesi scorsi con sindacati, scuole e stakeholders, il ministro Valditara punta a rendere i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto, l’ex alternanza) i più sicuri possibili. Ad esempio, prevedendo che le aziende compilino una specifica sezione nel Dvr – il Documento di valutazione dei rischi – se vogliono accogliere gli alunni on the job. Ciò al fine di garantire ai ragazzi (l’alternanza interessa circa 1,4 milioni di studenti) luoghi adatti e sicuri per svolgere le ore previste di formazione pratica (l’alternaza è scuola e lo studente non svolge un lavoro, ma un’attività assimilabile).Si punta anche a individuare un docente coordinatore della progettazione del percorso, che segua cioè passo passo i ragazzi nelle ore “on the job”. Anche qui lo spirito del governo è avere veri percorsi di scuola-lavoro e costantemente monitorati.

Al tempo stesso dovrebbe nascere una piattaforma centralizzata e gestita dal ministero dell’Istruzione e del merito che assicuri l’interoperabilità tra i registri che si occupano di Pcto.In arrivo infine un Fondo per indennizzare i decessi nei percorsi “on the job”. Il Fondo per il 2023 sarà di 10 milioni e coprirà gli eventi occorsi dal 1° gennaio 2018, data di entrata in vigore delle regole per l’alternanza. Due, invece, i milioni destinati al Fondo per ciascun anno a partire dal 2024.

A essere assicurati saranno gli studenti di ogni ordine e grado, anche privati, compresi quelli impegnati in percorsi di istruzione e formazione professionale, e le università. Secondo la bozza di relazione tecnica nel 2021 ci sono state 256 denunce di infortunio di alunni “on the job”, poi diventate 2.103 nel 2022. Con un caso mortale nel 2021 e due nel 2022. L’indennizzo alle famiglie potrà essere cumulato con l’assegno una tantum corrisposto dall’Inail per gli assicurati (articolo 85 del Dpr 1124/1965).

15) Strumento di attivazione: un rimborso per chi si forma

Sempre nell’ambito del superamento del Reddito di cittadinanza, dal 1° settembre debutta lo Strumento di attivazione, quale misura di attivazione al lavoro, mediante la partecipazione a progetti formativi e di accompagnamento al lavoro, o comunque di politica attiva. La misura è utilizzabile dai componenti dei nuclei familiari, di età compresa tra 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, con un valore Isee, in corso di validità, non superiore a euro 6.000 annui, che non hanno i requisiti per accedere all’assegno di inclusione.La richiesta avviene on line, e il richiedente è convocato presso il servizio per il lavoro competente, per la stipula del patto di servizio personalizzato, dopo la sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Dopo di che, sempre attraverso la piattaforma, l’interessato può ricevere offerte di lavoro o essere inserito in specifici progetti di formazione. In caso partecipi a programmi formativi e a progetti utili per la collettività, per tutta la loro durata e comunque al massimo per 12 mesi, si riceve un beneficio economico pari ad un importo mensile di 350 euro. La somma è erogata da Inps mediante bonifico mensile.

16) Taglio al cuneo di 4 punti aggiuntivi

Si appesantisce il taglio del cuneo fiscale-contributivo con un intervento aggiuntivo di 4 punti, un’una tantum di 6 mesi, operativo per il periodo compreso tra luglio e dicembre, destinato ai lavoratori con retribuzioni lorde fino a 35mila euro, finanziato con circa 4 miliardi. 

Il beneficio va ad aggiungersi all’attuale taglio di 3 punti del cuneo per le retribuzioni fino a 25mila euro portando lo “sconto” in totale a 7 punti. Mentre per la fascia di retribuzioni compresa tra 25mila e 35mila euro che già beneficiano di uno “sconto” di 2 punti la sforbiciata totale sale a 6 punti. È questa la novità principale del Dl lavoro, considerando che l’ipotesi originaria del governo era quella di aumentare allineando in modo uniforme a 4 punti, il taglio del cuneo fiscale contributivo per le retribuzioni fino a 35 mila euro, con un’integrazione di 1 punto per le retribuzioni entro 25mila euro e di 2 punti per quelle da 25 mila fino a 35mila euro, fino a dicembre. Secondo le elaborazioni dello studio De Fusco Labour & Legal per un lavoratore con 25mila euro di retribuzione il taglio complessivo vale 96 euro al mese. Con 35mila euro di retribuzione il vantaggio mensile è di 99 euro.

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