29 Marzo 2024, venerdì
HomeItaliaEconomiaStipendi non adeguati e famiglie in difficoltà: ecco i dati Istat

Stipendi non adeguati e famiglie in difficoltà: ecco i dati Istat

A cura di Ionela Polinciuc

Dopo una pandemia che ci ha messo in ginocchio, il 2023 dovrebbe essere un anno abbastanza positivo rispetto ad altri settori. Almeno per quanto riguarda l’aumento degli stipendi. Il caro vita, ad esempio, continua a dare filo da torcere agli italiani. Bollette, benzina, spesa e trasporti costano di più e non si intravede ancora la soluzione per molti dei problemi causati dall’inflazione. Anche se si spera che con il governo Meloni e facendo affidamento su tutte le misure introdotte in manovra, gli stipendi dovrebbero essere più alti grazie al taglio del cuneo fiscale, ( almeno dovrebbe) che andrà ad aiutare soprattutto i dipendenti con gli stipendi quasi miseri. Però, fino alla prova contraria, le famiglie italiane si trovano sempre più in difficoltà, nasce il nuovo povero e parliamo della persona che fino a prima della pandemia era benestante. Adesso non riesce ad arrivare a fine mese, e si sente impotente, avvolto dalla vergogna e paura dei giudizi. Le istituzioni fanno poco, la povertà sta colpendo sempre di più il nostro Paese.

Al riguardo, riportiamo integralmente il COMUNICATO STAMPA DELL’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI di oggi 28 aprile 2023.

Istat: retribuzioni, +2,2% su base annua

Unc: una vergogna!

Preoccupa ancora tempo attesa di rinnovo: 2 anni

Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, a marzo l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie sale del 2,2% rispetto a marzo 2022.

“Una vergogna! E’ inaccettabile che le bollette di luce e gas siano raddoppiate, l’inflazione a marzo sia al 7,6%, pari a un rincaro di 1755 euro per una famiglia media, 1320 euro per un single con meno di 35 anni, mentre gli stipendi salgano solo del 2,2%%, 3 volte e mezzo meno” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Fino a che gli stipendi non sono adeguati all’aumento del costo della vita, preservando il potere d’acquisto delle famiglie, i consumi resteranno al palo e di conseguenza il Pil crescerà, come in questo primo trimestre 2023, dello 0,5%” prosegue Dona.

“Urge il ripristino della scala mobile all’inflazione programmata. Preoccupa, infatti, che il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, per quanto diminuito, sia ancora pari a 23,4 mesi, ossia due anni. Un tempo abissale inaccettabile, vista l’impennata dei prezzi” conclude Dona.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti