A cura di Ionela Polinciuc
La Festa della Liberazione d’Italia dal nazifascismo e omaggio al valore della Resistenza partigiana dovrebbe essere un giorno speciale, il giorno che commemora la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, con la fine dell’occupazione nazista e la caduta del fascismo. Ebbene, fin qui tutto chiaro, ma il pensiero va sempre a chi vicino all’altare della Patria, accolto dall’inno, decide per la sorte di tutti noi italiani…
Una Liberazione che è stata sì una grande festa di popolo, ma che ha coinciso anche con una pagina drammatica della nostra storia: la resa dei conti con il fascismo e con i fascisti, chiamati a rispondere di vent’anni di regime.
Rimane in ogni caso, un brutto ricordo di quando le bande partigiane diedero vita alla resistenza armata contro l’occupazione nazista e contro il collaborazionismo fascista ed è per questo che fu nel contempo una guerra di liberazione contro lo straniero e una guerra civile.
Possiamo mai pensare di fermarci al solo fatto che il 25 aprile ormai viene visto come un giorno in cui il capo dello stato deposita la corona al Milite Ignoto, si ferma per un momento di raccoglimento, affiancato da ministri, riceve nuovamente gli onori militari, per poi ascoltare ancora una volta l’inno nazionale?
No! sicuramente non si può dimenticare la storia.. serve ancora ricordare quando le formazioni partigiane operavano di preferenza lontano dai centri abitati per sfruttare i vantaggi offerti dalla natura montagnosa del paese, lanciando attacchi improvvisi a reparti nemici o a strutture di interesse militare? No! perché fa male, male come un coltello inflitto al cuore…
Diciamo che l’evoluzione è stata lenta… siamo un paese democratico, liberi?!… ma sorge comunque la fatidica domanda: qual è il futuro del nostro Paese?