Avv. Luciana Ruggiero: L’istigazione alla corruzione: cos’è e come viene punita?
” La fattispecie delittuosa dell’istigazione alla corruzione – art. 322 c.p. – è disciplinata dal libro secondo del codice penale nel titolo dedicato ai delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. È considerato un atteggiamento molto grave, tanto che il legislatore ha inteso punire la condotta anche se di fatto viene a realizzarsi. La norma è, pertanto, a presidio del corretto funzionamento e dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione. Invero, sono puniti quei
comportamenti, finalizzati alla corruttela, che compiuti dal funzionario pubblico si riverberano nei confronti della stessa P.A. evitando che la cosa pubblica venga piegata a fini privati. Il delitto in commento configura un reato di mera condotta che si consuma nel momento in cui il colpevole agisca con la finalità di giovarsi di un’utilità oppure conseguire una controprestazione derivante dalla condotta commissiva o omissiva del funzionario pubblico. Se l’offerta configura la volontaria dazione di denaro o altra utilità, la promessa determina l’assunzione di un impegno nel compimento di una prossima attività.
Per aversi il reato di istigazione alla corruzione, occorre che l’offerta o la promessa non sia accettata dal pubblico ufficiale; infatti, in caso contrario, la condotta del privato diventa punibile ai sensi dell’art. 321 c.p., in quanto concretante vera e propria corruzione.
Dicesi delitto di sola condotta, caratterizzato dalla sollecitazione ad accettare una proposta illecita. E’ evidente che l’elemento psicologico sia il dolo specifico, dato che la proposta ha degli scopi precisi, come abbiamo evidenziato. L’istigazione alla corruzione prevede le stesse pene introdotte per il reato di corruzione, ma ridotte di un terzo, atteso che il fatto non si realizza concretamente.”
L’istigazione alla corruzione: Dalla rubrica A.U.G.E., Avv. Luciana Ruggiero ci risponde
