26 Aprile 2024, venerdì
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Regime forfetario: Dalla rubrica A.U.G.E., Dott. Celestino Bottoni ci risponde

A cura di Ionela Polinciuc

Quanti anni si può rimanere nel regime forfetario?

” Facendo seguito al quesito n. 1) il regime forfettario è il regime “naturale” per le ditte individuali e i professionisti. Attualmente , solo con lo splafonamento degli attuali 85.000 si fuoriesce da detto regime agevolato. Si ricorda che in tale regime non è prevista l’applicazione dell’IVA. In sostituzione si versa l’imposta di bollo nella misura di € 2 per ogni singola fattura. Il contribuente non è soggetto ad IRPEF ma ad una imposta sostitutiva pari al 15%, che per le nuove partite IVA è solo del 5% per 5 anni. Il reddito è appunto forfetizzato per mezzo di percentuali di redditività che , ad esempio, per un professionista è pari al 72%. Quindi , su una parcella di euro 10.000 , l’imponibile su cui calcolare l’imposta sostitutiva è pari ad € 7.200. Dall’imponibile, così determinato , si detraggono solo i contributi previdenziali. Non è possibile detrarre o dedurre altri oneri. Pertanto, il contribuente dovrà verificare , caso per caso, quale sia il regime più conveniente. Si tenga conto che per i lavoratori autonomi, in applicazione di IPRPEF, fino a 5.500 non si versano imposte in ragione della cosi detta NO TAX AREA. Anche se il primo scaglione irpef , da zero a 15.000, è del 23%. Nella determinazione dell’IRPEF dovuta si deve tener conto anche del carico familiare e degli eventuali oneri deducili o detraibili. In presenza di redditi medio bassi, o con nuclei familiari numerosi o in presenza di oneri deducibili o detraibili con importi di interesse il regime forfettario può risultare , matematicamente, non conveniente.”

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