A cura di Ionela Polinciuc
Buongiorno Sara, è appena uscito il suo libro sul potere risanante e liberatorio della creatività, come nasce l’idea di scrivere questo libro?Buongiorno a Lei, ci sono due motivi che accompagnano la nascita di questo saggio: uno è legato a circostanze specifiche, l’altro è di carattere più generale. Riguardo il primo punto, la pausa forzata a seguito dei vari lockdown e restrizioni ha fatto diminuire drasticamente la mia mole di lavoro e, vivendo da sola, ho dovuto fare i conti con l’isolamento e il senso di vuoto. D’altra parte, ogni evento spiacevole presenta anche delle opportunità per chi è in grado di cogliere: ho infatti avuto il tempo e lo spazio per riconnettermi con quella mia vena creativa che si era un po’ diluita nella frenesia degli impegni lavorativi e sociali. Tornando invece alla risposta più generica per la tua domanda, la creatività è forse una delle mie caratteristiche più spiccate, visto che fin da bambina ho sempre scritto poesie e ‘libri’, dei veri e propri romanzi. Da piccola, tra l’altro, disegnavo e dipingevo, mentre nell’adolescenza ho iniziato ad esprimermi in musica, con la composizione di canzoni. Quello che reputo abbastanza singolare di me, è che ho sempre prediletto la creazione a più mani, il ‘fare’ di gruppo, e tale fenomeno è illustrato nel mio saggio. In effetti, nel corso degli anni, ho più o meno costretto quei malcapitati dei amici e dei miei partner a scrivere, suonare o comporre musica insieme a me. Creare ha sempre rappresentato un modo per sfuggire alle limitazioni di questa dimensione materiale così pesante e ricca di attrito, evocando mondi più leggeri, dove la mia anima tornava ad essere libera e ad esplorare infinite possibilità di essere.
Da cosa deriva il titolo?
Il titolo del libro è, in realtà, un verso della mia canzone ‘Pessima a letto’, che viene introdotta e commentata all’interno del saggio, come esempio di creatività in azione. Nel brano, tale affermazione assume una valenza ironica in contrasto agli stereotipi attuali sul femminile, secondo i quali la donna deve essere sempre bellissima, giovanissima, curatissima e una bomba a letto. D’altra parte, anche il riferimento un po’ scanzonato a Dio non è casuale o blasfemo: creare infatti mette in collegamento mondi e dimensioni apparentemente inconciliabili, facendoci perfino toccare esperienze che hanno che fare con il sacro e il trascendente.
Dove verrà presentato?
Presenterò il mio libro dove mi sarà possibile, dovunque ci sarà uno spazio di ascolto e di interesse per le tematiche proposte. Si tratterà di presentazioni in musica, conferenze-spettacolo, perché intervallerò la parte discorsiva con qualche performance estemporanea delle mie canzoni. L’ultima sezione di questo lavoro, infatti, contiene proprio i brani che ho scritto negli scorsi tre anni e che vengono analizzati nella loro funzione alchemica e trasformativa. In fin dei conti, creare può alleggerire le emozioni pesanti, le frustrazioni e le sconfitte che immancabilmente accompagnano ogni vita coraggiosa e ardente.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai nostri lettori attraverso questo meraviglioso libro?
Poiché sono prevalentemente una poetessa e cantautrice, potrei sintetizzare il messaggio del libro in “un haiku al giorno toglie lo psicologo di torno’. È ovviamente la parafrasi scanzonata del noto proverbio sulla mela e il medico, e voglio precisare che provo un profondo rispetto e una sincera ammirazione per i professionisti della relazione di aiuto. Io stessa sono un counselor e, lungo il sentiero della ricerca interiore, ho tratto grande beneficio da percorsi terapeutici come la psicoterapia o il counseling. Tuttavia, molto del mio equilibrio e del mio benessere è collegato proprio alla capacità di dare una forma artistica alle emozioni e alle esperienze che vivo. Perciò, nel libro, elenco anche una serie di approcci mirati a sviluppare e potenziare quel tipo di pensiero divergente che può guidarci verso una soluzione creativa e inaspettata delle nostre tensioni o conflitti.