11 Maggio 2024, sabato
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“ Inammissibile il referendum sull’eutanasia” intervistato il Senatore Lucio Romano

A cura di Ionela Polinciuc

La Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia. Il confronto continua nell’opinione pubblica e nel Parlamento dove è in discussione, alla Camera dei Deputati, il testo unificato su “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita”, ovvero suicidio assistito.

Intervistiamo Lucio Romano, già senatore della Repubblica nella scorsa legislatura e docente di bioetica. 

Perché la Corte ha dichiarato inammissibile il referendum?

“La Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione ancorché parziale della norma sull’omicidio del consenziente (Art. 579 Cp) cui il quesito mirava, non sarebbe stata preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.”

Eppure, la Corte con la sentenza Cappato/DJj Fabo del 2019aveva depenalizzato il suicidio medicalmente assistito. Quale differenza?

“La Consulta, con la sentenza n.242/2019, ha depenalizzato il suicidio assistito tutelando l’autodeterminazione del malato nel “congedarsi dalla vita” con assistenza di terzi. Per evitare possibili abusi, però, la Consulta ha posto dei limiti ben precisi per la depenalizzazione del reato di istigazione o aiuto al suicidio (Art. 580 Cp) che rimane un reato al di fuori di questi criteri. I criteri sono: persona affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, che trova assolutamente intollerabili; tenuta in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale; pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Deve esserci il rispetto della normativa sul consenso informato, le cure palliative e la sedazione profonda continua. Devono essere verificate le condizioni che rendono legittimo l’aiuto al suicidio e le relative modalità di esecuzione affidata, in attesa dell’intervento legislativo, a strutture pubbliche del SSN e sentito il parere del Comitato Etico territorialmente competente.”

Ma il referendum non poneva garanzie?

“No, la Corte rigettando il referendum ha ritenuto che non fossero tutelate le dovute garanzie.

Nella proposta del referendum rimaneva integro il reato doloso di omicidio del consenziente in caso di persona minorenne; persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti; persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno. Tuttavia, la proposta abrogativa del referendum lasciava altrettanto indefinibile l’applicazione della depenalizzazione e la conseguente liceità dell’omicidio del consenziente in una molteplicità di situazioni, cliniche e no. Sarebbe bastata solo la capacità di intendere e di volere, ovvero essere consenziente, per giustificare l’omicidio. Sarebbe derivata, insomma, una prevedibile normativa di risulta troppo estrema.” 

Verrà approvata alla Camera la legge sul suicidio medicalmente assistito?

“Ci sono contrapposizioni, come prevedibile, su alcuni articoli. È prevista la ripresa a marzo con le votazioni sugli emendamenti. È una legge che, in larga parte, fa riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale del 2019 sulla depenalizzazione del suicidio assistito. Che questo significhi una rapida approvazione della legge non è dato sapere.”

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