29 Marzo 2024, venerdì
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Intervista al direttore Confagricoltura Napoli Francesco Fiore

A cura di Ionela Polinciuc

Francesco Fiore è il direttore di Confagricoltura Napoli, un’organizzazione sindacale agricola, una delle tre maggiormente rappresentativi in Italia.

Direttore, quali sono stati gli effetti negativi sul settore a causa del covid-19?

‘’ Diciamo che gli aspetti si sono diversificati, perché nell’agricoltura ci sono diversi comparti. Non tutti di questi comparti sono stati colpiti nella stessa misura. Le aziende agricole ortofrutticole sono state aperte durante il periodo del covid ed hanno continuato a produrre e commercializzare altrimenti, oltre al problema del virus avremo avuto anche problemi di carestia. Sintomatico è stato quel periodo quando la gente faceva lunghe file ai supermercati perché pensava che potessero finire gli alimenti. Invece le aziende sono state sempre aperte, hanno continuato a coltivare, produrre a proprio rischio, qualche imprenditore è stato anche colpito dal virus ovviamente.  Altri settori, come ad esempio quello florovivaistico, vitivinicolo, sono stati pesantemente danneggiati perché ovviamente chiusi, con ristoranti chiusi, le persone chiuse in casa, si è avuto grandi difficoltà. I fiori che sono beni voluttuari, ad esempio, sono stati poco richiesti in quel periodo. La stessa cosa per i vini, che sono stati fermi nelle cantine perché non c’è stata commercializzazione’’.

Avete ricevuto qualche supporto economico dalla Regione?

‘’Assolutamente no! Noi come organizzazione, no! Le aziende, nella prima ondata del virus, hanno avuto un piccolo aiuto. Il nostro Presidente Regionale De Luca, ha distribuito diversi milioni di euro un po’ a tutte le categorie colpite, tra cui pure gli agricoltori e gli operai agricoli. Ma parliamo di pochissimi soldi. I floricoltori, quelli più danneggiati hanno avuto qualcosa in più, tenuto conto della riduzione di produzione 2020 rispetto a quella dello stesso periodo 2019. Ci sono state aziende che hanno avuto fino a 10-15 anche 20 mila euro di risarcimento’’.

State monitorando con estrema attenzione la situazione?

‘’La situazione attuale è certamente migliorata, le aziende ortofrutticole stanno continuando a produrre come al solito. Gli agriturismi si stanno riempendo. Stiamo cercando di far capire agli agricoltori che è importante partecipare agli eventi, l’ultimo evento a cui le aziende hanno partecipato la settimana scorsa è stato Vinitaly. L’evento è stato organizzato, proprio per ridare vigore al comparto, atteso che l’anno scorso è saltato per il Covid, (solitamente il Vinitaly si tiene ad aprile di ogni anno) quindi, gli organizzatori, hanno voluto organizzare eccezionalmente ad ottobre proprio per rilanciare il comparto. C’è voglia di riprendere le vecchie abitudini, non ci arrendiamo. Purtroppo, le aziende, in questo periodo stanno avendo problemi relativamente all’obbligo del Green Pass sui luoghi di lavoro. Segnaliamo infatti difficoltà nel reclutamento della manodopera. Diversi lavoratori, soprattutto di nazionalità romena, sono senza il Green pass. Fortunatamente i numeri sono contenuti e le aziende riescono ad organizzarsi. Tuttavia, il problema esiste e si somma alle già note difficoltà di carenza di manodopera.

Il Green Pass è un problema serio per il settore agricoltura?

‘’ È un problema serio perché ci limita fortemente, molti operai non hanno il green pass e si rifiutano di fare il tampone. Diversi agricoltori con piccole aziende, dove tutti si conoscono e tutti sono vaccinati, si rifiutano di recitare la commedia del controllo quotidiano. Ovviamente in questi casi, abbiamo consigliato di essere “formalmente in regola”. Le aziende più strutturate con molti operai in casi di mancanza del Green Pass obbligano gli operai a fare i tamponi ogni 48 ore’’.

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