29 Marzo 2024, venerdì
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Omicidio di Seriate, Tizzani in aula: “Sarebbe stato bello morire insieme”

“Sono rimasto dieci minuti seduto in giardino prima di chiamare i soccorsi, a chiedermi perchè proprio a lei”. Con freddezza Antonio Tizzani ha ricostruito la notte in cui trovò sua moglie Gianna del Gaudio riversa a terra in una pozza di sangue sul pavimento della cucina della loro villetta di piazza Madonna delle Nevi Seriate.

All’udienza di martedì del processo in cui è imputato per omicidio, l’ex ferroviere si presenta in maglione blu e cravatta rosa, ma soprattutto con uno spirito combattivo, pronto a rispondere a ogni domanda dell’accusa che dalla notte del 27 agosto 20016 è convinta che sia stato proprio lui a uccidere la 63enne con una coltellata al collo, al culmine dell’ennesimo e violento litigio.

Poi arriva il momento clou, quella della ricostruzione di quella misteriosa serata, iniziata con una cena in casa con uno dei due figli, Mario, e la compagna Alessandra.

“L’ho inseguito ma in quel momento ho notato Gianna riversa a terra sul pavimento in una pozza di sangue – aggiunge Tizzani rivolgendosi alla Corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo – . Ho provato a chiamarla, ma non rispondeva. Non l’ho toccata perchè la sera prima avevamo visto una trasmissione con la polizia che consigliava di non farlo. Sono uscito in giardino e sono rimasto una decina di minuti a pensare perchè proprio a lei. Dopo ho chiamato i soccorsi”.

Il pm sottopone poi a Tizzani, difeso dall’avvocato Giovanna Agnelli, una serie di intercettazioni rilevate dai carabinieri nei mesi successivi all’omicidio. Come quella del febbraio 2017 in cui Tizzani afferma “Ho ammazzato mia moglie?”: “Sì – la sua replica – ma sempre con il punto di domanda. Era un dubbio per tutte le insinuazioni della stampa. Non mi sarei condannato così”.

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