28 Marzo 2024, giovedì
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Dal Madagascar l’appello di Papa Francesco: “Basta alla corruzione”

Antananarivo — Marciapiedi polverosi dove i bimbi chiedono l’elemosina seduti davanti a barattoli di latta, prospettive di vicoli e stamberghe impastate di fango, mattoni d’argilla impilati ad essiccare da ragazzini lungo le risaie che orlano la capitale e più oltre un milione di persone in attesa del Papa, la notte era fredda, centinaia di migliaia l’hanno passata avvolti in coperte sul terreno del campo di Soamandrakizay per partecipare alla Messa di Francesco.

«Guardiamoci intorno: quanti uomini e donne, giovani, bambini soffrono e sono totalmente privi di tutto! Questo non fa parte del piano di Dio», scandisce il pontefice nell’omelia: «Chiunque non è in grado di vedere l’altro come un fratello, di commuoversi per la sua vita e la sua situazione, al di là della sua provenienza familiare, culturale, sociale, “non può essere mio discepolo”, dice Gesù».

Oggi nel mondo «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale», ricordava con le parole dell’enciclica «Laudato sì». Le statistiche dicono che in Madagascar metà dei bambini «soffre di denutrizione», cioè fa letteralmente la fame, e tre abitanti su quattro vivono al di sotto della soglia di povertà, 1,9 dollari al giorno, la miseria vera. Risultati immagini per papa francesco

La «vita nuova che il Signore ci propone», dice, è antitetica alla «scandalosa ingiustizia» dei legami di «sangue, gruppo, clan o cultura» che «portano alla cultura del privilegio e dell’esclusione: favoritismi, clientelismi, e quindi corruzione». Del resto, è difficile pretendere di seguire Dio «quando si vuole identificare il Regno dei Cieli con i propri interessi personali o con il fascino di qualche ideologia che finisce per strumentalizzare il nome di Dio o la religione per giustificare atti di violenza, di segregazione e persino di omicidio, esilio, terrorismo ed emarginazione», sillaba Francesco: «L’esigenza del Maestro ci incoraggia a non manipolare il Vangelo con tristi riduzionismi, bensì a costruire la storia in fraternità e solidarietà, nel rispetto gratuito della terra e dei suoi doni contro qualsiasi forma di sfruttamento, con l’audacia di vivere il dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio, senza cedere alla tentazione di certe dottrine incapaci di vedere crescere insieme grano e zizzania nell’attesa del padrone della messe».

fonte il corriere.it

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