26 Aprile 2024, venerdì
HomeTV & GossipProserpine, una femminista ante litteram per l'apertura del Festival dei 2 mondi...

Proserpine, una femminista ante litteram per l’apertura del Festival dei 2 mondi di Spoleto

Proserpine è un dramma in versi scritto per bambini dai coniugi e scrittori romantici inglesi Mary Shelley e Percy Bysshe Shelley nel 1820, quindi durante il periodo in cui vivevano in Italia. Venne sovente considerato una sorta di partner del loro spettacolo Midas ed apparve per la prima volta nel giornale londinese The Winter’s Wreath nel 1832.

Proserpine la femministaRisultati immagini per proserpine teatro

Appena pubblicato il testo, ci fu un interessante spunto di discussione, nella considerazione che questo poema potesse non essere stato concepito per essere messo in scena. Ecco dunque un interessante spunto per affrontare quest’attesa apertura del 62° Festival dei 2 mondi: una messa in scena forse mai pensata dall’autore.

Ovidio racconta il rapimento di Proserpina da parte di Plutone, sugli echi del mito greco di Demetra e Persefone, e Mary Shelley lo riprende per concentrarsi sui personaggi femminili diventando talvolta finanche femminista, dal punto di vista di Cerere e su temi come la separazione tra madre e figlia e ancor più per la forza collettiva generata da una comunità di donne, fino alla chiara dicotomia Cerere/vita e amore, contro Plutone/morte e violenza.

Un modo per essere assai attuale, nel dibattito coevo agli Shelley, ed anche un loro impegno particolare nel quale marito e moglie hanno assunto i tradizionali caratteri, l’uno con i versi lirici “Arethusa” e “Canto di Proserpina mentre raccogli fiori sulla pianura di Enna” (di cui un manoscritto ricordiamo di aver visto in buone condizioni nella Collezione Pforzheimer della New York Public Library) e l’altra con la tradizionale empatia “femminile” di inizio ‘800, non scevra di dettagli della quotidianità.

La scrittura di René de Ceccatty e Giorgio Ferrara quindi, sfrondata di miti ultronei e incentrata sul nucleo del racconto (Proserpina e Cerere, le ninfe Ino e Eunoe, la naiade Aretusa, la messaggera Iris e il demone Ascalafo) sembra in qualche modo fare giustizia, promettendo di riportare al centro proprio l’universo femminile e progressista di cui Mary Shelley era simbolo, con la sua tragica vita di fughe e lutti, oltre che di fantasia e fede.

fonte Teatro.it

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti