19 Aprile 2024, venerdì
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Volontaria italiana rapita da un commando di Al-Shabaab in Kenya

Silvia Romano, una volontaria italiana di 23 anni rapita da uomini armati sulla costa del Kenya: lo ha riferito il capo della polizia keniota Joseph Boinnet. Il rapimento sarebbe avvenuto durante un attacco armato avvenuto la sera del 20 novembre, alle 20 ora locale, nella contea di Kilifi. Silvia è originaria di Milano.Cinque persone sono rimaste ferite. Secondo Boinnet, non è chiaro il motivo dell’attacco, nè chi se ne sia reso responsabile. Nella zona ci sono stati rapimenti di stranieri da parte di fondamentalisti islamici con base in Somalia. La volontaria italiana di 23 anni lavorava nel Paese africano per una organizzazione con sede a Fano, nelle Marche: la Africa Milele Onlus. E’ quanto rende noto via Twitter la polizia kenyota.Kenya, rapita una  volontaria milanese di  23 anni|Chi è

La volontaria italiana è stata rapita durante l’attacco  in un mercato di Chakama, a circa 80 chilometri ad ovest da Malindi. Lo riporta il quotidiano locale The Nation che parla di 80 “uomini armati in modo pesante” che hanno attaccato il villaggio sparando in aria e sottolineando che si ritiene che il commando appartenga alle miliziedi Al-Shabaab.

“Poi hanno rapito la giovane donna italiana che lavora come volontaria nell’area”, riportano ancora fonti locali specificando che la connazionale è stata prelevata nella casa da lei affittata nella zona commerciale di Chakama. Quando è arrivata la polizia sul luogo gli armati avevano già attraversato il fiume Galana, racconta ancora il testimone dell’attacco in cui sono rimaste ferite cinque persone.Lilian Sora, presidente della onlus marchigiana Africa Milele per cui lavora la cooperante, è stato contattato dall’Ansa. Per il momento ha spiegato di non potere rendere nota l’identità della ragazza

“A quanto ci hanno raccontato le persone che abitano nel villaggio – ha aggiunto – sono arrivati quattro-cinque individui armati che hanno lanciato un petardo, facendo sollevare la sabbia e hanno sparato più volte. Poi sono andati, a colpo sicuro, nella casa dove era la nostra volontaria, probabilmente perché lì sapevano che c’era una italiana, anche se non so spiegarmi il motivo di quello che è successo. In quel momento era da sola, perché altri erano partiti e altri ancora arriveranno nei prossimi giorni”.

a cura di Giuseppe Cascella

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