10 Dicembre 2024, martedì
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Una favola crotonese fra corsi e ricorsi storici. Le nuove frontiere del clientelismo

C’era una volta …. Un re , diranno subito i miei piccoli lettori !

No, ragazzi, avete sbagliato ! C’era una volta Akros…

La società che si occupava della gestione dei rifiuti nel Comune e nella Provincia di Crotone è fallita nel 2016, magno cum gaudio dei dipendenti che si sono ritrovati sulla strada a tentare di sbarcare il lunario e di mantenere le proprie famiglie.

Non voglio soffermarmi sulle cause che hanno condotto al fallimento, ma su quanto accadeva nell’aprile del 2016 , laddove in previsione dell’imminente decesso civile della società ed in piena campagna elettorale per le amministrative, veniva stilato tra la vecchia amministrazione comunale , Akrea spa , la stessa Akros spa e diverse sigle sindacali, un accordo mirato ad individuare “ un’alternativa modalità di affidamento del servizio di raccolta differenziata il quale continui a garantire, senza soluzione di continuità, l’espletamento del servizio medesimo”  e a soddisfare “ l’esigenza di una salvaguardia dei livelli occupazionali derivanti dall’esposta e concreta ipotesi di fallimento di Akros Spa con conseguente risoluzione di diritto di tutti i rapporti di lavoro in essere”.

E tutto va … come deve andare. Fallimento dell’Akros, subentro dell’Akrea , e nel mese di luglio dello stesso anno, assunzioni di 28 dipendenti scelti tra il personale della società fallita, assunzione il cui merito rivendica la nuova amministrazione comunale quasi non si trattasse di una corretta e consequenziale attuazione dell’accordo già stilato.

Una domanda sorge spontanea: quali i criteri adottati per scegliere il personale nell’atto di coraggio, sorretto “da  un sentimento di forte e sincera sensibilità “, rivendicato dalla nuova amministrazione? Si, perché appare veramente assurdo che l’assunzione dei lavoratori venga definito un atto di  “generosità”. Il lavoro è un diritto e non può essere considerato una concessione né una elargizione…anche se Crotone è la città delle elargizioni. Qui il tempo si è fermato e la riforma degli uffici del lavoro è già realtà ( agghiacciante) da parecchio tempo. Sappiamo tutti dove è ubicato il vero ufficio del lavoro.

Ma tant’è , sono stati assunti ventotto dipendenti. E così sia. La scorta di generosità si è esaurita. Gli altri possono continuare a combattere, a contorcersi, a protestare, a rivendicare il loro diritto al lavoro. Ovviamente senza esito. Ricevuti, rinviati dalla casa comunale alla sede di Akrea e viceversa, illusi quotidianamente, continuano a chiedere non atti di generosità, ma lavoro, ma le spalle della fragile Akrea ( sempre per parafrasare il comunicato del nostro primo cittadino di qualche tempo fa ) sono già ricurve sotto il peso schiacciante delle difficoltà , ma ben pronte , tuttavia, a sostenere l’onere della necessaria comunicazione in una città , forse l’unica in Italia, in cui la raccolta differenziata invece di crescere è scesa dal 18% al 7%.

Ecco, forse è questo che dobbiamo comunicare al mondo intero, la totale incapacità di fare decollare una società che , tuttavia, nel proprio piano industriale aveva illustrato altri traguardi e precisamente una “ progressiva  esecuzione temporale a scaglioni ed un completamento a regime entro un periodo di tre anni “ .

Nulla di tutto ciò, anzi al compimento del secondo anno di attività  e nonostante Crotone risulti vincitrice di un bando regionale che le attribuisce un finanziamento regionale di oltre due milioni di euro  e  che consentirebbe , sempre in attuazione di quel famoso accordo sindacale, oltre ad una rivisitazione del piano industriale di Akrea e l’acquisto di nuovi mezzi e strumenti , la progressiva sistemazione dei lavoratori con il concreto avvio della differenziata,  i lavoratori vengono sempre rinviati, si promettono loro lavori a tempo determinato, si tenta di tamponare la protesta per giungere evidentemente ad altri obiettivi, magari ad un trapasso inevitabile, ma sicuramente non rapido ed indolore. E si assiste a scene come quella di stamani davanti al Comune di Crotone. Soli , disperati, due lavoratori a protestare nella totale indifferenza degli astanti, porte chiuse al Comune dopo un mare di promesse e pure rimproverati da qualcuno ( nella più perfetta logica clientelare della supplica per ottenere un diritto)perché non usano linguaggio forbito ed elegante nel rivendicare il loro diritto al lavoro.

Chissà perché , ma ho l’impressione che le spalle della fragile Akrea stiano, in un prossimo futuro, per cedere…forse occorre che entrino in campo nuovi soggetti, magari dei provvidenziali e samaritani imprenditori privati ? Forse, e non è un caso, così ci si potrebbe liberare definitivamente della zavorra umana costituita dalle ex maestranze Akros per consentire l’ingresso di nuovi attori ? Forse,  e non è un caso, si avvicina la competizione elettorale regionale e occorre rinnovare il parco voti ? Forse, e non è un caso, la gente ha capito a proprie spese quello che voleva dire Giovambattista Vico quando parlava dei corsi e ricorsi storici ? Cambiano gli attori, ma la storia è sempre quella ed il filo conduttore è sempre lo stesso. Ai posteri l’ardua sentenza!

 

C’era una volta… Un re, diranno subito i miei piccoli lettori !

No, ragazzi, avete quasi sbagliato ! C’era una volta AKREA…e sullo sfondo sempre il re.

 

Andrea Correggia  ( Portavoce M5S Comune di Crotone)

Ilario Sorgiovanni (Portavoce M5S Comune di Crotone )

Elisabetta Barbuto ( Portavoce M5S Camera dei Deputati)

Margherita Corrado ( Portavoce M5S Senato della Repubblica)

 

 

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