25 Aprile 2024, giovedì
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POLITICA La decisione Referendum, il Tribunale di Milano respinge ricorso Onida. Il giudice: non leso il diritto di voto

094320849-01099758-cf17-4ab7-a593-cc8911e9faa1Il Tribunale civile di Milano ha rigettato entrambi i ricorsi sul quesito referendario presentati dal professor Valerio Onida e da un pool di avvocati. Lo comunica in una nota il presidente del Tribunale Roberto Bichi. A prendere la decisione il giudice civile di Milano Loreta Dorigo. I ricorrenti chiedevano l’intervento della Consulta sostenendo che la legge istitutiva del referendum del 1970 violerebbe il principio costituzionale della libertà dell’elettore non lasciandogli la possibilità di esprimere orientamenti diversi su materie eterogenee, come il Cnel e il bicameralismo. Secondo Onida e gli altri legali, la legge presenterebbe profili di incostituzionalita’ nella parte in cui non prevede che il voto debba svolgersi su un quesito omogeneo. La legge prevede che la Corte Costituzionale possa esercitare un potere di sospensione del referendum solo nel caso dei conflitti tra Stato e Regione. Onida in udienza aveva affermato che la Consulta avrebbe potuto estendere questo suo potere per via analogica posticipando il referendum a una sua decisione. Tutte questioni non più attuali vista la bocciatura del ricorso. “Il diritto di voto non pare leso dalla presenza di un quesito esteso e comprensivo di un’ampia varietà di contenuti”, scrive il giudice di Milano Loreta Dorigo nel provvedimento di 22 pagine col quale respinge i ricorsi che chiedevano l’intervento della Corte Costituzionale per una presunta violazione della libertà del voto degli elettori.

Davanti ai giudici altri ricorsi Onida e Codacons

La decisione del Tribunale di Milano, pur respingendo il ricorso di Valerio Onida, non chiude però la partita giudiziaria sul referendum. Altri ricorsi sono infatti pendenti davanti a varie istanze giurisdizionali, che si pronunceranno di qui al primo dicembre, ossia a soli tre giorni dal voto. Le sezioni unite della Cassazioni esamineranno il 15 novembre un ricorso del Codacons, che eccepisce “eccesso di potere” in relazione alla formulazione del quesito. Il 16 novembre si terrà davanti al Tar del Lazio l’udienza su un altro ricorso proposto da Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, e su quello presentato da Fulco Lanchester e Marco Staderini per il Comitato per la libertà di voto, per chiedere che il quesito sia ‘spacchettato’ in più domande. Infine, il primo dicembre la sesta sezione del Consiglio di Stato valuterà nel merito la richiesta di sospensiva cautelare della consultazione referendaria presentata dal Comitato per il No e già respinta con ordinanza del presidente della stessa sezionem che non aveva ravvisato i motivi di urgenza e aveva quindi rinviato l’esame alla camera di consiglio collegiale.

L’Associazione dei partigiani caccia Laura Puppato (Pd)

La senatrice del Pd Laura Puppato, veneta di origine, sta partecipando attivamente alla campagna per il Sì al referendum costituzionale. Per questo motivo la sezione di Montebelluna (Treviso) dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani, le ha negato il rinnovo della tessera. Di fronte al rifiuto di accettare la sua iscrizione, l’esponente democratica replica con fermezza: “È una cosa incomprensibile e inaudita – afferma – Qui qualcuno è uscito fuori dal seminato e non sono io. Quando i valori delle persone, le loro convinzioni, la loro storia non contano nulla e ha valore solo combattere un primo ministro giovane che si chiama Matteo Renzi, si è perso il senso della misura, il senso dei valori che i partigiani ci hanno tramandato. La cosa non comprensibile – continua Puppato – è che l’Anpi abbia queste posizioni a dir poco molto discutibili. Io sono iscritta da molti anni all’associazione che ha raccolto lo spirito dei partigiani, che fino a prova contraria hanno liberato il paese dal fascismo, e siccome questa riforma la sottoscrivo, ed anzi ho contribuito a redigerla, ne sono pure orgogliosa. Nessuno finora, e tanto meno il presidente Carlo Smuraglia, è riuscito a dimostarmi che non andiamo a rafforzare i principi democratici su cui si fonda la Costituzione”

a cura di Giuseppe Catapano

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