25 Aprile 2024, giovedì
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Oppido Mamertina, figlia del boss insulta carabiniere: “Vuole far solo carriera”

Oppido Mamertina, provincia di Reggio Calabria — 342 metri sul livello del mare, 5356 abitanti, 4 frazioni, 18 fra cappelle e santuari, 4 cosche di ‘ndrangheta — è al centro della polemica sull’inchino della Madonna in processione davanti alla casa del boss mafioso. Scrive Attilio Bolzonisu Repubblica:

“Il trionfo dei festeggiamenti del 2 luglio ci spiega cosa è un paese dove c’è la ‘ndrangheta e dove c’è una chiesa, raccoglie in una sola e semplice immagine tutto quello che abbiamo detto e scritto in queste settimane dopo la visita in Calabria di Papa Francesco con la sua scomunica ai mafiosi. Per raccontarvi come è andata la processione, dobbiamo cominciare per forza dai parenti. Chi era alla testa della solenne cerimonia all’angolo fra via Ugo Foscolo e corso dell’Aspromonte? Chi era tutto bardato con talare nera, cotta bianca e stola davanti ai portatori che facevano ondeggiare la statua di gesso a un passo del vecchio patriarca Giuseppe Mazzagatti? Un prete, un prete che in molti qui considerano «un benefattore», un prete che è cugino dei Rustico, i Rustico che sono gli alleati storici dei Mazzagatti in una faida infinita che ha terrorizzato questo paese ai piedi della montagna più alta della Calabria.

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Parroco di Tresilico, don Benedetto Rustico ha guardato immobile la Madonna che si piegava leggermente verso il balcone di quel palazzo di tre piani, un secondo dopo il maresciallo dei carabinieri Andrea Marino ha richiamato i suoi due brigadieri lasciando il corteo per rinchiudersi nella sua caserma. Ci sono parenti e parenti, ci sono i cugini e ci sono i figli e anche i fratelli. Don Peppe Mazzagatti, boss di Oppido Mamertina, condannato all’ergastolo per omicidio e «agli arresti domiciliari per motivi di salute » ha un figlio che si chiama Rocco che è anche lui in carcere. Cosa ha fatto nella sua vita prima di mettersi al servizio della cosca? Otto anni di seminario a Reggio Calabria. «Prete voleva diventare mio fratello Rocco, prete, noi siamo tutti cattolici in famiglia, e adesso io chiedo la Grazia alla mia Madonna per tutto il male che ci hanno fatto», urla Domenica Mazzagatti sotto lo striscione bianco “Ave Maria e Santissima Vergine” che è legato al palo davanti al supermercato dove lavoravano tre dei sei suoi nipoti in galera. La «mia» Madonna. Dall’altra parte c’è il balcone dell’inchino, la casa dei Mazzagatti.

È cominciata qui la nostra giornata a Oppido Mamertina, la prima tappa alla scoperta di una Madonna che è ancora proprietà dei boss. Quattro campanelli. Mazzagatti Domenica, Mazzagatti Racosta, Mazzagatti Polimeni, Mazzagatti Giuseppe. Abitano tutti insieme. Il vecchio è steso su un letto, infermo e sofferente. La moglie Giuseppina butta voce dal balcone: «Là è arrivata la Madonna e non qua, là in fondo, falsi sono, tutti falsi». Arriva la figlia Domenica, grida anche lei, si agita, arrivano i carabinieri. Lei grida ancora: «Infamità, vogliono distruggere la nostra famiglia, io sono legalitaria, fino a ieri mi piaceva il ministro Alfano e mi piaceva pure la ministra Bindi, ma ora ci scrivo a quelli, ora ci scrivo per le menzogne che hanno detto». Domenica Mazzagatti lancia messaggi contro il comandante della stazione dei carabinieri: «Il maresciallo Andrea Marino vuole guadagnare altri gradi sulla nostra pelle. Non ce l’ho con tutti gli altri e nemmeno col predecessore, ce l’ho con lui». Dice che per anni non ha mosso dito quando la processione è passata sempre di qua: «Cosa era, cieco? E adesso ha cominciato a vedere all’improvviso? ». La ‘ndrangheta? «Non esiste ». La ‘ndrangheta che si mischia con la chiesa? «Non esiste». La chiesa che si mischia con la ‘ndrangheta? «Non esiste».

Sbraita, insulta, difende uno per uno i suoi fratelli, nipoti, zii, cognati: «Sono orgogliosa di tutti loro ». Il maresciallo Andrea Marino è rintanato nella sua caserma. Non parla, quello che doveva fare l’ha fatto. Nel giorno della processione. E anche prima. Raccontano che aveva avvicinato quelli del comitato per i festeggiamenti della Madonna delle Grazie e li aveva diffidati di far “girare” la statua, li aveva consigliati di non fermarsi in quell’angolo, di non offendere ancora la Madonna. Non l’hanno ascoltato. E non l’hanno ascoltato nemmeno i portatori, gli uomini che sulle spalle conducono la Vergine dove vogliono. Perché vi siete fermati lì? Niente cognomi, sanno che stanno indagando su di loro. Antonio, portatore numero uno: «È la tradizione ». Salvatore, portatore numero due: «È la tradizione». Giuseppe, portatore numero tre: «È la tradizione ». Tutto il paese è per la tradizione. Gli uomini nella piazza, le donne della frazione Piminoro e quelle di Castellace, i ragazzi che giocano a carte nei bar. Tutto il paese sta con don Benedetto Rustico, il parroco che considera quasi sua la Madonna delle Grazie di Oppido Mamertina. È scomparso come un fantasma dalla sua chiesa, don Benedetto. Ed è ricomparso il giorno dopo in video, intervista esclusiva al quotidiano online Strill.it. Con la sua verità: «Sono rammaricato dell’interpretazione del maresciallo così rigida e anche dell’eco sproporzionato che la stampa ha dato, pur sapendo che questo non è un evento così catastrofico ». Così ha parlato don Benedetto. E così: «Si è fatto quello che si è fatto tutti gli anni. La processione ha la consuetudine di un percorso già definito. Per alcune situazioni, in alcuni posti, la Madonna fa un giro rispetto alla posizione dove non può andare, soprattutto perché non può entrare nei vicoli. Quindi la statua si gira per guardare la strada e le case che normalmente non può guardare per una questione di percorso ».

Si gira e si rigira anche lui, come la povera Madonna. Dice che «non ci siamo capiti con il maresciallo », nega che ci sia «un rapporto fra chiesa e ‘ndrangheta almeno a mia conoscenza», ammette che «tornando indietro avrei modificato il percorso e avrei anche fatto a meno di fare la processione perché non vogliamo che la festa dia adito a situazioni lontane dal sentimento religioso ».

Si gira e si rigira anche il sindaco Domenico Giannetta. Dopo che il 2 luglio ha visto andare via il maresciallo dei carabinieri e lui è rimasto, alle sue spalle gli assessori e il comandante dei vigili. Comunicato del sindaco: «Sono indignato relativamente ai fatti occorsi in data 2 luglio 2014… fatti diffusi in modo sommario e approssimativo che denigrano la comunità che abbiamo il piacere e l’orgoglio di rappresentare». Poi cita Papa Francesco, condanna «ogni forma di criminalità», spiega che è rimasto lì — al momento dell’inchino — per «buon senso». Se mai qualcuno dovesse avere guai giudiziari per quello che ha fatto fare alla Madonna, il comune di Oppido Mamertina si costituirà parte civile. Viva don Peppe Mazzagatti e viva il parrocco.

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