29 Marzo 2024, venerdì
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La partita dei 28: al Consiglio Ue arriva l’accordo politico sui biocarburanti

BRUXELLES – Se in Brasile si stanno disputando i Mondiali di Calcio, anche in Europa è tempo di sfide, dove ad essere protagonisti non sono i campioni del pallone, ma bensì i ministri dell’energia dei 28. Dopo mesi di scontri, discussioni e negazioni, il braccio di ferro per ibiocarburanti sembra essersi sciolto e l’accordo politico finalmente raggiunto.

LO SCENARIO DEL 2013 – Nel dicembre scorso, al Consiglio energia dell’Ue sulle nuove norme relative ai biocarburanti di prima generazione, provenienti da colture alimentari come mais, colza, olio di palma, non fu raggiunto nessun accordo perché c’era chi puntava per promuovere biocarburanti avanzati, provenienti da alghe e rifiuti, e la discussione slittò direttamente al 2014.

BRACCIO DI FERRO TRA I 28 – A fare blocco contro le nuove norme relative ai biocarburanti di prima generazione furono oltre all’Italia, il Belgio, l’Olanda, la Danimarca e il Lussemburgo. Cosa chiedeva l’Ue? Un tetto del 10% al target delle rinnovabili nel settore trasporti entro il 2020, contro un tetto del 7% proposto dalla Lituania. “Riteniamo troppo alta la soglia del 7% per i biocarburanti di prima generazione e la necessità di una soglia per i biocarburanti di seconda generazione, per la quale abbiamo proposto il 2,5%” spiegò durante il dibattito il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. A votare contro il testo proposto anche l’Ungheria e la Polonia, ma per motivi opposti.

LA PALLA PASSA ALL’ITALIA – La Grecia, alla guida della presidenza di turno dell’Ue nella prima metà del 2014, aveva dichiarato di voler esplorare “ulteriori opzioni” per arrivare a un compromesso, ma considerando anche il prossimo rinnovo dell’Europarlamento, sarebbe stato probabile che il dossier sarebbe finito sul tavolo del secondo semestre del 2014, sotto la guida dell’Italia. La palla, quindi, ora passa agli azzurri. “Nel semestre di presidenza – ha assicurato De Vincenti – l’Italia proseguirà il negoziato col Parlamento europeo al fine di conseguire un’intesa ampiamente condivisa“.

ACCORDO RAGGIUNTO A GIUGNO – “I progressi sui biocarburanti sono avanzati grazie al decisivo sostegno italiano”. Sono le parole del viceministro allo sviluppo economico, scritte in un tweet del 13 giugno . L’accordo è arrivato, infatti, tre giorni fa e prevede un limite al 7% del loro utilizzo per i trasporti nel 2020. L’intesa è stata raggiunta al Consiglio Ue energia sulla base di un testo di compromesso presentato dalla presidenza greca di turno dell’Ue.

BELGIO E PORTOGALLO HANNO VOTATO CONTRO – Il Parlamento Ue ha invece fissato il tetto di utilizzo dei biocarburanti di prima generazione provenienti da colture alimentari al 6%, contro il 5% che aveva inizialmente proposto la Commissione. Il compromesso raggiunto dagli stati membri, contro cui hanno però votato Portogallo e Belgio, prevede anche un incoraggiamento alla transizione verso i biocarburanti di seconda e terza generazione. L’obiettivo è raggiungere il 10% di rinnovabili entro il 2020 per i trasporti.

NEGOZIATO AMBIZIOSO SUL PIANO AMBIENTALE – “Con l’accordo politico raggiunto oggi dal Consiglio Energia sulla direttiva Iluc, l’Ue lancia un segnale positivo per la promozione dei biocarburanti di seconda generazione“, ha dichiarato il viceministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti, ricordando che “l’Italia si è spesa fin dall’inizio del negoziato per un testo maggiormente ambizioso sul piano ambientale, ma ha sostenuto la proposta greca perché comunque segna un deciso passo in avanti per le politiche europee sui biocarburanti e offre un chiaro e positivo segnale agli investitori“.

L’OBIETTIVO FINALE – La partita però non finisce qui: ora dovrà essere trovato un accordo tra Parlamento e Consiglio per arrivare a una posizione comune sulla legislazione. L’associazione europea dei produttori di biodiesel (Ebb) storce il naso: l’accordo raggiunto dal Consiglio contiene “luci ed ombre”. L’obiettivo però resta chiaro: incoraggiare la transizione verso i biocarburanti di seconda e terza generazione, più sostenibili, per raggiungere il 10% di rinnovabili entro il 2020 per i trasporti.

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