25 Aprile 2024, giovedì
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Fra i primi in Italia ad utilizzare la chirurgia robotica sui bambini

Ancora pochi centri e tutti concentrati nel Nord Italia, dispongono del Robot Da Vinci, una strumentazione all’avanguardia che permette di eseguire interventi chirurgici mini-invasivi e dialtissima precisione.
Uno di questi centri è proprio il San Raffaele di Milano che, fra i primissimi in Italia, e grazie al Prof. Montorsi, primario dell’Urologia del San Raffaele e al Prof. Guazzoni, primario Urologia San Raffaele Turro, ha avviato nella pratica clinica la tecnica Da Vinci anche negli interventi di urologia pediatrica.

Il Robot viene utilizzato sui piccoli pazienti per interventi di “pieloplastica” (Pieloplastica Laparoscopica Robot-assistita detta RALP), in caso di ostruzione o restringimento del giunto tra “bacinetto renale” e uretere. Una malformazione congenita presente in alcuni bambini fin dalla nascita e che, se non viene trattata tramite intervento chirurgico, può comportare il danneggiamento del rene fino – all’estremo – alla sua perdita. L’incidenza della sindrome del giunto pielo-ureterale è di 1 ogni 2.000 bambini con un rapporto maschio / femmina di 3 a 1 ed è bilaterale nel 20-25% dei casi.
Questa sindrome è la più comune anomalia congenita a carico dell’uretere. Molto spesso il sospetto diagnostico nasce in occasione delle ecografie prenatali. A volte può essere asintomatica, altre presentare dolore al fianco, vomito, sangue nelle urine, infezioni delle vie urinarie fino a calcolosi.

Il team chirurgico del San Raffaele è composto dalla Dott.ssa Arianna Lesma, urologa pediatra, una dei pochi chirurghi italiani che ha appreso la tecnica sui bambini, e dal Dott. Nicolò Buffi, urologo tra i massimi esperti in Italia con un’esperienza consolidata nell’intervento con Robot su adulti. Entrambi hanno acquisito la tecnica negli stessi Stati Uniti, presso il Comer Children’s Hospital dell’Università di Chicago, uno dei maggiori ospedali specializzati in questo tipo di chirurgia robotica.

«Interventi di questo tipo sono sempre stati eseguiti con la classica tecnica “a cielo aperto”, di alta precisione, ma che comporta tempi di recupero molto lunghi» – precisa la Dott.ssa Lesma – «L’esperienza chirurgica ha poi permesso il passaggio in molti casi alla tecnica laparoscopica, che prevede tre piccole incisioni in cui vengono inserite una micro-telecamera, pinze e forbici particolari che permettono di operare visualizzando l’intervento su monitor». Mini invasività, tempi di degenza e di recupero molto più rapidi ma una visione dell’intervento meno limpida rispetto alla tecnica “a cielo aperto”. «Il Robot Da Vinci – continua la Dott.ssa Lesma – ha permesso di unire i vantaggi della tecnica “a cielo aperto” a quelli della tecnica laparoscopica: alta precisione, mini invasività, tempi rapidi di recupero e minor dolore post-operatorio, degenza ospedaliera più breve (due giorni post-operatori), miglior ripresa fisica e nelle attività sportive dei piccoli pazienti».

Il Robot agisce con dei bracci di precisione comandati dal chirurgo, distante fisicamente dal campo operatorio, seduto a una consolle dotata di un monitor e di due joystick.
I bracci meccanici del Robot sono simili a quelli utilizzati nella chirurgia laparoscopica e vengono introdotti attraverso piccole incisioni nella sede dell’intervento da un’equipe presente al letto operatorio. La visione sul monitor appare tridimensionale con un’immagine più ferma e permette manovre più delicate e fluide.
Dalla consolle il chirurgo può anche – tramite un movimento dei piedi – ingrandire l’immagine al monitor proprio come accade con lo zoom di una macchina fotografica e avere cosi una visione più chiara dell’intervento e miglior dettaglio anatomico.

Negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei,  la chirurgia robotica anche in ambito pediatrico è oramai pratica consolidata da anni. In Italia, invece, soprattutto a causa degli altissimi costi di tecnologia, strumentazione per singolo intervento e personale, è in uso solo in pochissimi ospedali.
Il San Raffaele è stato uno fra i primi a livello italiano ad acquisirlo già nel 2000 per interventi in cardiochirurgia e in seguito, a partire dal 2006, in urologia su pazienti adulti. Da quest’anno – riconfermandosi fra i pochi centri nazionali – il Robot da Vinci viene utilizzato come tecnica principale per trattare problematiche urologiche sui bambini al di sopra dei 4 anni.

Ad oggi sono stati eseguiti cinque interventi pediatrici con questa tecnica che diventa il metodo standard utilizzato per questi interventi anche sui piccoli pazienti garantendo minor dolore, un più rapido rientro a casa e un veloce recupero anche nelle attività sportive!

In un futuro non troppo lontano, l’uso del Robot Da Vinci in campo pediatrico potrà essere ampliato anche per interventi di reimpianto vescico-ureterale, per la correzione del reflusso di urina dalla vescica verso il rene.

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