26 Aprile 2024, venerdì
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Il travaglio dei grillini

terza mondialeLeggo su “Il fatto quotidiano”: Sembrava la terza via. Quella capace di mettere d’accordo tutti, chi non vuole alleanze e chi cerca gli indipendentisti dell’Ukip. Poi è arrivato il blog di Beppe Grillo ed è tutto da rifare. Se i Verdi aprono uno spiraglio per il dialogo e per la formazione di un gruppo insieme nel parlamento Ue, il leader del Movimento 5 stelle chiude la porta e va avanti con il sostegno a Nigel Farage. Solo ventiquattro ore prima la verde Monica Frassoni aveva detto: “Siamo pronti ad incontrarli“. Ma ci ha pensato il leader a spegnere gli entusiasmi: poco dopo sul blog compaiono due articoli, uno per sostenere Nigel Farage (“Nel 2011 difese la sovranità dell’Italia”) e uno per attaccare la copresidente dei Verdi (“In campagna elettorale ci ha criticato”). . “Stando così le cose”, commenta il copresidente dell’European Green party e deputato tedesco in Ue Reinhard Butikofer, “io non vedo come sia possibile cooperare. Prima i grillini devono chiarirsi le idee: vogliono sedersi con un partito democratico, anti-autoritario e pro Europa, oppure fare un’alleanza con gli autoritari, anti-europei e conservatori?. E aggiunge: “Se i girllini sfiduciano il leader e le idee anti-europeiste, forse potremo dialogare”.

beppe grillo 3Accidenti! Le provocazioni dei tedeschi di tutte le speci non finiscono mai! Mi chiedo: ma questo Reinhard Butikofer le ha mai sentite le invettive di Beppe Grillo contro l’euro e contro l’Europa unica? Che cosa dovrebbe fare ora? Dovrebbe dire: Mi sono sbagliato? Sono pentito?
Sicuramente per i Verdi allearsi con Nigel Farage è come digerire un boccone amaro. Dice correttamente Angelo Bonelli leader dei Verdi italiani: “Il leader dell’Ukip è un avversario politico. Rappresenta un universo culturale opposto al nostro. Ci siamo più volte scontrati con lui su temi a cui noi temiamo molto: prima fra tutti la moratoria sul nucleare. I Verdi in Europa portano avanti una dura lotta contro l’austerità, la Merkel e il fiscal compact,ma l’obiettivo è migliorare l’Unione europea, non distruggerla (ahi!). Tra di noi abbiamo anche gli indipendentisti catalani o scozzesi: ma tutti sono pro Europa. E’ una condizione imprescindibile (doppio ahi!).

Forse risulterò noioso ma non mi stancherò mai di ripeterlo: aggregare più nazioni europee (per esempio le nazioni scandinave, le nazioni francofone,le nazioni balcaniche, le nazioni latino-mediterranee) sul piano politico, militare ed economico e quindi anche monetario è cosa buona e giusta e fonte di salvezza. Aggregare tutta l’Europa in un unico superstato sotto la guida della Germania sapete che cos’è? E’ “na strunzata!” come dicono a Napoli.

Bridgestone azienda giapponese produttrice di pneumatici, con sede a Bari vuole trasferirsi in Polonia e quindi in Germania (posto che la Polonia è ormai diventata un aggregato territoriale della Germania senza euro ma ugualmente in Europa e quindi con un minor costo del lavoro ultile per le delocalizzazioni delle industrie tedesche),l’ Indesit industria nazionale di elettrodomestici con sede a Fabriano vuole trasferirsi in Polonia e quindi in Germania, l’ Elettrolux multinazionale svedese dell’elettrodomestico con sede a Pordenone vuole trasferirsi in Polonia e quindi in Germania……… Mi chiedo: ma è mai possibile che nessun solone nostrano pro-euro e pro-europa unica non si sia posta il problema se qualcuno li ha invitati?

Quando nel 2001 fu varata la moneta unica europea diciotto nazioni entrarono nell’euro, dieci ne rimasero fuori. In realtà le dieci nazioni escluse dovevano essere undici perché fra essa doveva annoverarsi anche la Grecia, non in regola con i parametri. Ma dagli Stati Uniti arrivarono a razzo i funzionari di Goldamn Sachs con le carte false che imposero anche alla Grecia di entrare nell’euro. Del mancato ingreso della Polonia per esempio non gliene importò niente a nessuno. Perché? Che cosa c’entravano gli americani con questioni interne alla Grecia che al più riguardavano i rapporti fra Grecia e Unione Europea? Il fatto è che se la Grecia non fosse entrata nel’euro avrebbe continuato a crescere come stava facendo, fornenedo la prova provata agli altri paesi latino-mediterranie che per loro l’euro era un inganno.

enrico letta 3Una volta l’ex premier italiano Enrico Letta, in un momento di sincerità ha spiegato bene la cosa. Questa concentrazione di ricchezza in mano alla Germania è studiata a tavolino ed è scientemente voluta. Perché se nemmeno la Germania crescesse fra qualche anno gli Stati Uniti non avrebbero alcun alleato europeo nel novero delle nazioni che si devono assumere le responsabilità della guida del pianeta. E questo è importante perchè a quel punto gli Stati Uniti dovrebbe dismettere il loro esercito elefentiaco e le centinaia di basi militari che hanno disseminate nel pianeta per la semplice ragione che non servono più per cui nessuno le vuol più pagare vuoi con i cartelli petroliferi, vuoi con il petrodollaro, vuoi con qualche altra diavoleria. E tanto perchè dopo la caduta dei blocchi né l’esercito elefantiaco americano né le tante basi militari americane sparse per il mondo hanno più un senso o un’utilità.

A questo punto i tanti americani in missione all’estero o i tanti americani che pasciono col petrodollaro farebbero bene a trasferirsi in Texas o in Arizona per piantare pomodori, carciofi e patate. Inoltre le tante industrie belliche americane farebbero bene a convertirsi, e alla svelta, in green economy.
Invece pur di evitare questo cambiamento epocale c’è chi sta chiaramente preparando una terza guerra mondiale che dovrebbe vedere confrontarsi Russia e Cina da un lato, Stati Uniti d’America e Stati Uniti d’Europa dall’altro, con l’Europa latino-mediteranea totalmente desertificata sotto il profilo industriale in modo da concentrare lì (senza alcun danno) tutte le postazioni militari americano-europee che possono subire bombardamenti e trasformare le popolazioni latino-mediterranee in carne da macello per questa nuova guerra mondiale a venire.terza mondiale (2)

beppe grillo 4In un post del 19 gennaio 2011 il blog di Beppe Grillo easaminò con molta lucidità questa prospettiva. Per completezza di informazione ne riporttiamo i pezzi salienti: Einstein disse “Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre”. I politologi ipotizzano da anni che il prossimo conflitto mondiale, se ci sarà (molti ne sono certi), vedrà il confronto tra Cina e USA, le due superpotenze di questo secolo. La prima in ascesa, la seconda in declino. Una guerra per le risorse, non ideologica. Un confronto già in atto per l’energia, dove la Cina ha raggiunto il primato mondiale dei consumi e da due anni è il primo importatore di petrolio dall’Arabia Saudita, superando gli Stati Uniti.
Il renminbi, o yuan, (la valuta cinese) e il dollaro sono destinati a una inevitabile guerra monetaria a livello mondiale. Il valore dello yuan è per ora mantenuto basso in modo artificiale dal governo cinese per aumentare le esportazioni. Una manovra contestata dall’Occidente e che ha portato il deficit commerciale statunitense verso la Cina a 250 miliardi di dollari nel 2010. In futuro si passerà probabilmente dai petroldollari ai petrolyuan. La Cina è la prima nazione detentrice di titoli pubblici americani con 895,6 miliardi di dollari. Se li vendesse l’economia a stelle e strisce crollerebbe, per ora non le conviene per via delle esportazioni, ma il futuro è incerto per la richiesta di un nuovo protezionismo da parte delle aziende americane. Lo shopping cinese del debito pubblico, e quindi delle sovranità nazionali, avviene anche in Europa. La Cina detiene 630 miliardi di euro di titoli UE e continua ad acquistare. A Bruxelles la Cina è la vera banca europea.
Il presidente cinese Hu Jintao è stato definito da Forbes l’uomo più potente del mondo. La diminuzione delle risorse agricole e l’aumento della popolazione ha creato un nuovo colonialismo: quello agricolo. Si conquistano immensi terreni in Sudamerica e in Africa con la valuta al posto delle armi. In prima fila c’è sempre la Cina. La Cina importa l’80% del petrolio attraverso lo stretto di Malacca. Il predominio navale nel Pacifico è fondamentale per la sua esistenza, ma sui mari comandano gli Stati Uniti. Le basi americane circondano la Cina nel Pacifico con una doppia linea dal Giappone alle Filippine. Gli investimenti cinesi nelle armi hanno avuto una forte accelerazione negli ultimi anni. La Cina è ancora lontana dal gigantesco apparato militare USA che conta, ad esempio, 11 portaerei verso nessuna cinese, 900 aerei da combattimento vs 290 e 56 cacciatorpedinieri vs 28. Ma il tempo è dalla parte della Cina se non viene interrotta prima la sua espansione militare e economica.

Nigel Farage.Ecco che allora ideali nobili e giusti come la lotta contro i cambiamenti climatici, la lotta contro le centrali nucleari e a carbone, la lotta contro le posizioni intolleranti nei confronti di immigrati e di persone omosessuali”, sono obiettivi che passano tutti in second’ordine rispetto alla lotta agli eurosoloni e ai fautori dell’Unione europea a trazione germanica forieri di una nuova guerra mondiale. Ed ecco perché la linea indicata da Beppe Grillo al suo movimento per cui ci si deve alleare con Nigel Farage è una linea giusta, tanto più che nessun altro partito di sinistra europeo mostra di capire quali sono in questo momento sotrico le priorità.
Sostiene provocatoriamente ancora questo Reinhard Butikofer leader dei Verdi tedeschi: Beppe Grillo deve smetterla di prendere in giro le persone. Io non so cosa pensano i ‘grillini’ perché il loro leader non permette agli altri di esprimere posizioni diverse. Se non sono d’accordo con Grillo, lo sfiducino e poi potremo parlare”. “Non spetta a me”, continua Butikofer, “dire che tipo di politico è Nigel Farage. Gli italiani si informino e si facciano una loro idea. Per me è un populista, autocrate, anti-europeo e reazionario. I Verdi non possono fidarsi di Beppe Grillo, non dopo che è andato a cercare l’Ukip”.

E’ inutile! I tedeschi sono pericolosi di qualsiasi tendenza essi siano! Era giusto tenere la Germania divisa. Farla riunificare è stato un errore. E questa ne è l’ennesima conferma.

Michele Imperio

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