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Corso Robert Schuman 2014

Master Full Time a numero chiuso
Strasburgo, 14 Luglio – 8 Agosto 2014

Accreditato dal Consiglio Nazionale Forense per nr. 24 Crediti Formativi

Le ragioni di una nuova stagione dei diritti

Si fa sempre più crescente l’esigenza di promuovere e tutelare, negli ordinamenti nazionali, i diritti fondamentali, divenuti, ormai, sempre più marginali nell’attuale panorama segnato da una profonda crisi economica.
Progressivamente l’Europa è stata in grado di dotarsi di strumenti giuridici eccezionali che rappresentano un “unicum” rispetto ad altri ordinamenti continentali, in grado di fornire una elevata protezione dei diritti fondamentali.
Se sulla carta l’Europa rappresenta, quindi, il baluardo della protezione dei diritti fondamentali, non può non rilevarsi come, aldilà delle dichiarazioni d’intenti, i singoli Stati nazionali siano ancora ben lungi dal garantire una full compliance con gli standard di tutela codificati dal diritto europeo ed internazionale.

In particolar modo, in riferimento all’Italia, non può non accennarsi, ancora una volta, alla disastrosa situazione delle carceri, così come stigmatizzata, in maniera emblematica, nella sentenza pilota adottata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Torreggiani; sull’idoneità delle misure adottate all’uopo dal Governo, più di un dubbio s’adombra tanto tra i confini domestici, quanto tra le istituzioni internazionali.
L’altra, esiziale, problematica tutt’altro che risolta, ed oggetto di ripetuti moniti provenienti dal Consiglio d’Europa, è quella relativa all’irragionevole durata dei processi. Sebbene il legislatore abbia adottato uno specifico rimedio per garantire un’equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole – il riferimento va, ovviamente, alla cd. l. Pinto – le disfunzioni strutturali dell’impianto processuale italiano possono pacificamente dirsi ben lungi dall’esser state debellate.

Il contenzioso pendente dinanzi la Corte Europea nei confronti del nostro paese riguarda, inoltre, numerosi casi attinenti al rispetto del diritto di proprietà; trattasi, per lo più, di affaires legati a vicende espropriative, ma, anche, afferenti la vasta gamma di diritti sociali affermati in via ermeneutica dal Giudice di Strasburgo.

Nemmeno, d’altronde, si può sottovalutare la deprecabile prassi delle legiferazione ad effetto retroattivo volta ad incidere su contenziosi già aperti dinanzi le istanze nazionali – si pensi ad i casi Arras, Maggio, Agrati – con l’evidente scopo di preferire le esigenze di bilancio a quelle di tutela del lavoro.

Costanti poi sono le problematiche legate al rispetto del diritto alla salute e ad un ambiente salubre – il caso Ilva, la “Terra dei Fuochi”, solo per citare i più noti -, troppo spesso sottovalutate od impropriamente ridimensionate.

Sul versante penalistico, nonostante apprezzabili passi in avanti – sempre, tuttavia, ad opera della giurisprudenza costituzionale e giammai del legislatore -, il cammino è ancora tutt’altro che sgombro da ostacoli. La – quasi – abrogazione operata per via giurisprudenziale del diritto all’equa riparazione per ingiusta detenzione rappresenta, in tal senso, un nodo prossimo a venire al pettine; idem dicasi, del resto, con riferimento all’elusione dei termini massimi di durata delle indagini preliminari perpetrata attraverso l’abuso delle iscrizioni nel registro notizie di reato, all’impoverimento contenutistico dell’obbligo motivazionale delle sentenze, alla dilatazione del campo di applicazione delle misure di prevenzione, patrimoniali e personali.

Gli ulteriori attentati alle libertà, testimoniati da leggi sciagurate come quelle sulla procreazione assistita, sull’immigrazione, sul proibizionismo in materia di droghe e dalla netta chiusura delle istituzioni nazionali rispetto a – pur necessarie – innovazioni in materia di diritto di famiglia, di contrasto all’omofobia, di testamento biologico, dimostrano l’impoverimento culturale e civile in cui sta sprofondando questo paese.
L’Italia sembra avere il passo del gambero. Dopo aver raggiunto importanti conquiste sul piano dei diritti civili e sociali, quali il divorzio, lo statuto dei lavoratori, la protezione dei dati personali, la riforma dell’ordinamento penitenziario, la tutela delle lavoratrici madri, la parità tra uomini e donne nei luoghi di lavoro, ha cambiato direzione. Per questo occorre invertire la rotta, occorre ricollegarsi ad una dimensione europea dei diritti fondamentali, per troppo tempo abbandonata.

Non a caso il nostro paese è tra i primi sia per numero di sentenze di condanna che per numero di ricorsi pendenti davanti la Corte Europea dei diritti dell’uomo.

La tutela dei diritti umani assume, quindi, connotati sempre più complessi e deve avere, all’interno del nostro ordinamento, una importanza sempre crescente. I gravi deficit di tutela di cui soffre il nostro paese dimostrano quanto sia ancora lunga la strada da percorrere.

In questo contesto, dunque, il lavoro che ci attende al Corso Robert Schuman 2014 dovrà avere quale scopo obbligato quello di offrire maggiori spunti critici e di riflessione su problemi cruciali che interessano il nostro paese, nella piena consapevolezza del ruolo fondamentale del giurista nel progresso civile della nazione.

Obiettivi

Il Corso Robert Schuman intende offrire agli operatori giuridici gli strumenti idonei per conoscere, comprendere e competere nello scenario europeo ed internazionale, adeguando la propria professionalità alle mutate esigenze del sistema di garanzia e tutela dei diritti fondamentali dell’uomo. La riflessione e l’approfondimento proposto avranno dunque quale scopo precipuo la formazione di una nuova classe dell’avvocatura e della magistratura italiana, conscia dei problemi che affliggono il nostro ordinamento ma capace di proporre soluzioni in linea con gli standard di tutela dei diritti fondamentali codificati a livello sovranazionale. Proprio in virtù di questa tensione pratica, la docenza dei diversi moduli che compongono l’offerta formativa, sarà affidata ad avvocati esperti di tutela internazionale dei diritti dell’uomo, così che possano offrire la loro esperienza diretta a beneficio dei partecipanti.

Destinatari

Il Corso è diretto ad avvocati, praticanti avvocati, magistrati, giuristi, laureati in scienze politiche e giurisprudenza che vogliano misurarsi con l’alto profilo dell’esperienza proposta. I beneficiari devono essere decisi a dare un importante valore aggiunto alla propria formazione e professione al fine di proporsi, al termine del corso, come avvocati, esperti e consulenti legali specializzati nella tutela internazionale dei diritti fondamentali dell’Uomo.

Contenuti e struttura

I contenuti del Corso spazieranno nella vasta gamma di diritti riconosciuti e garantiti dagli strumenti di diritto europeo ed internazionale. In primo luogo, quale, breve, fase propedeutica alla compiuta comprensione delle singole questioni, ci si concentrerà sui principi generali regolanti la gerarchia delle fonti, con particolare riguardo all’efficacia dei provvedimenti giurisdizionali promananti dalle giurisdizioni internazionali.

Il prologo delle attività formative sarà completato da un’ampia e dettagliata analisi della procedura regolante il contenzioso dinanzi la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con particolare attenzione a tutti gli aspetti pratici relativi all’introduzione ed al patrocinio di un caso dinanzi la Corte stessa, ed all’esecuzione delle sue sentenze negli ordinamenti interni.

La parte speciale del programma si concentrerà sugli aspetti sostanziali e pratici delle singole garanzie enucleabili dai sistemi oggetto di studio: equo processo civile, penale ed amministrativo, tutela della proprietà, tutela dell’ambiente, immigrazione, bioetica, diritto alla salute, libertà di espressione, rispetto della vita privata e familiare.
Il Corso consta di 120 ore di formazione teorica e pratica in lingua italiana; è tuttavia richiesta una buona conoscenza della lingua inglese e francese per la comprensione delle fonti e della giurisprudenza non disponibile in italiano.

Le lezioni si svolgeranno a Strasburgo dal 14 Luglio al 8 Agosto 2014, presso la sala convegni dell’Hotel Régent Petite France, situato nel cuore della città.

La frequenza è così organizzata: dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00.

Ciascun venerdì sarà interamente dedicato alla redazione, in aula e con l’assistenza del docente e dei tutors a ciò dedicati, di un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo vertente su una delle materie oggetto delle lezioni precedenti.

E’ richiesta la presenza ad almeno l’80% delle ore di lezione.

Nella mattinata di sabato 9 agosto vi sarà la consegna degli attestati.

Il Corso sarà attivato al raggiungimento di nr. 15 partecipanti. Le iscrizioni chiuderanno al raggiungimento di nr. 30 partecipanti.

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