26 Aprile 2024, venerdì
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Dracula aveva ragione, sangue giovane ferma invecchiamento. Vampiro-terapia è scienza

Alla fine aveva ragione Dracula. Bere il sangue, il sangue giovane, fa bene e allunga la vita.Lo sapeva il conte Vlad come lo sapevano i guerrieri di culture molto distanti tra loro accomunati dall’usanza di bere il sangue prima o dopo le battaglie, e lo conferma ora la scienza. Per ora vale per i topi ma, in qualche anno, sarà vero anche per noi umani.

Ovviamente niente canini aguzzi e morsi sul collo, ma l’intuizione del famelico vampiro della Transilvania aveva colto nel segno. Il sangue giovane contiene elementi, ed in particolare una proteina, la GDF11, che contrastano l’invecchiamento, migliorano la memoria, la rigenerazione dei tessuti e la reattività muscolare. In altre parole il tanto a lungo cercato e rincorso elisir di lunga vita sarebbe da sempre stato dentro di noi ed è il sangue, a patto che sia giovane.

Racconta il New York Times che due squadre di scienziati hanno pubblicato i risultati di alcune ricerche dalle quali emerge che il sangue di giovani esemplari di topo è in grado di ribaltare il processo di invecchiamento nei topi anziani, determinando in loro il ringiovanimento dei muscoli e del cervello. Uno studio che, oltre ad allungare e migliore la qualità della vita, può avere utili e quasi immediate applicazioni nella lotta all’Alzheimer e alle cardiopatie.

Queste ricerche si basano su secoli di ipotesi, scientifiche e magiche, secondo le quali il sangue di individui giovani conterrebbe delle sostanze capaci di determinare un ringiovanimento in quelli più attempati. Un’ipotesi che negli anni Cinquanta Clive M. McCay, della Cornell University, volle verificare insieme ad alcuni colleghi facendo affluire nei ratti anziani il sangue di esemplari giovani. Mc-Cay e i suoi colleghi scoprirono che le cartilagini dei ratti anziani avevano, dopo la “cura”, un aspetto più “giovanile” di quanto la loro età avrebbe potuto giustificare. Tuttavia, dal momento che all’epoca non si sapeva molto dei meccanismi di ringiovanimento del corpo, gli scienziati non seppero però spiegarsi cosa avesse prodotto tale fenomeno.

Solo in seguito si scoprì infatti il ruolo fondamentale che le cellule staminali giocano nel mantenere i tessuti vitali: quando questi si danneggiano, queste intervengono favorendo la produzione di nuove cellule che prendono il posto di quelle morenti. Con il passare del tempo però le nostre cellule staminali perdono vigore.

Agli inizi del nuovo millennio, rendendosi conto gli scienziati che le staminali negli anziani non scompaiono ma semplicemente si disattivano, si è deciso di riprodurre gli esperimenti condotti da McCay. E i risultati sono stati gli stessi e ancora una volta positivi: i muscoli di topi anziani trattati con sangue giovane, si erano infatti riparati quasi alla stessa velocità di quelli dei giovani e le cellule del fegato erano cresciute a ritmo “giovanile”. Al contrario i topi giovani che avevano ricevuto in cambio sangue vecchio risultavano invecchiati prematuramente.

Due ricerche a distanza di anni che hanno portato dunque agli stessi risultati e che hanno nella citata proteina GDF11 la loro chiave di volta. Questa proteina è infatti presente in grande quantità nel sangue dei soggetti giovani e tende a diminuire con l’avanzare dell’età. Già nei prossimi 2/3 anni, dicono gli studiosi che hanno compiuto le ultime ricerche, si potrebbe arrivare alla sperimentazione sull’uomo.

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