20 Aprile 2024, sabato
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Adriatico, il senato dice stop alle trivellazioni nel mare territoriale

E’ stato approvato al senato, a larga maggioranza, con 180 voti favorevoli, 52 contrari e 8 astenuti, un ordine del giorno in tema di trivellazioni per gli idrocarburi nel Mare Adriatico. Lo ha annunciato il presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, Giuseppe Marinello.”L’ordine del giorno della maggioranza, votato anche dalla Lega e da Forza Italia e al quale il Pd ha lavorato con convinzione, è il frutto del lungo impegno di approfondimento svolto dalla Commissione Ambiente del Senato. Una nota dei senatori del Pd Laura Puppato, Stefania Pezzopane, Massimo Caleo  e Stefano Vaccari spiega che “in particolare, si impegna il governo a disporre la sospensione delle attività di coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque territoriali entro le 12 miglia marine fino al recepimento della direttiva europea sulla sicurezza in mare 2013/30; a prevedere in maniera chiara il parere degli enti locali sulle installazioni da assoggettare a Valutazione dell’Impatto Ambientale; a incrementare per le nuove concessioni di coltivazione le aliquote delle royalty del 50 per cento rispetto a quelle vigenti, per disporre di maggiori e risorse per il ministero e per i territori costieri, per rafforzare le attività di controllo e monitoraggio sull’inquinamento. Chiediamo di scongiurare l’impatto negativo delle attività di prospezione e coltivazione degli idrocarburi nell’area dell’Adriatico, dove hanno grande peso per l’economia la pesca, il turismo e l’agricoltura. Questo non significa pregiudicare la valorizzazione del nostro patrimonio di riserve energetiche e di risorse naturali, ma avere a cuore l’idea di uno sviluppo sostenibile e duraturo della nostra economia. Siamo consapevoli che al nostro Paese serve un quadro energetico chiaro e di medio termine e per questo sarà necessario varare presto una strategia climatico-energetica, aggiornando l’attuale Strategia energetica nazionale almeno fino al 2030, sostenendo i settori che più hanno garantito l’occupazione. Si tratta di guardare più che nel passato ai beni comuni, alla loro tutela e salvaguardia, alla loro valorizzazione come risorse finite, alla loro bellezza e irriproducibilità come patrimonio indivisibile per tutti noi”.

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