19 Aprile 2024, venerdì
HomeNewsSpending review: il piano di Cottarelli

Spending review: il piano di Cottarelli

Il piano di spending review di Cottarelli è stato illustrato nel documento illustrato nel documento “PROPOSTE PER UNA REVISIONE DELLA SPESA PUBBLICA (2014-16)”. Si tratta di 72 slide che presentano in modo sintetico il cronoprogramma del piano di spending review, le aree di intervento e le singole misure proposte, evidenziandone i risparmi complessivi.

Ferma restando l’ultima parola della politica sull’individuazione delle misure da mettere effettivamente in atto, il piano stima risparmi pari a 7 miliardi nel 2014, per poi passare ai 18,1 del 2015 ed ai 33,9 del 2016.

 

Ipotesi di partenza

Il piano di Cottarelli evidenzia da subito alcuni principi generali che stanno alla base del quadro complessivo di proposte avanzate:

– occorre avviare da subito alcune riforme strutturali i cui effetti si produrranno, però, nel medio periodo (e quindi con effetti nel triennio di durata del piano);

– le misure proposte si pongono l’obiettivo ambizioso di cambiare il modo di gestire la spesa senza stravolgere il “welfare state” e senza tagli all’educazione pubblica;

– le misure proposte discendono da valutazioni di carattere strettamente tecnico, mentre le scelte da assumere effettivamente e le priorità di intervento sono necessariamente lasciate alla politica;

– i risparmi di spesa sono stati stimati al lordo di possibili effetti sulle entrate; lo spazio effettivamente disponibile per ridurre il cuneo fiscale dipende dall’impatto sul quadro macroeconomico e dai relativi effetti sulle entrate;

– alcune proposte richiedono l’adozione di programmi dettagliati di riforma da definire entro l’estate 2014. Le proposte relative al 2014, inoltre, scontano la necessità di prevedere tempi tecnici per la relativa legislazione;

– non vanno sottaciute alcune criticità, meglio descritte nell’ultima parte del documento. In particolare:

— stante il quadro attuale della finanza pubblica, una parte rilevante dei risparmi di spesa andrebbero a riduzione del deficit, e non della tassazione, soprattutto nel 2015 e 2016;

— i risparmi di spesa ottenuti a livello locale dovrebbero essere utilizzati per ridurre la tassazione locale;

— va rilevato il problema del personale in esubero (si stimano circa 85.000 dipendenti pubblici), per effetto delle misure proposte, per il quale occorrerebbe studiare soluzioni innovative.

 

Le aree di intervento e le misure proposte

Il piano si articola in 5 aree di intervento (vedi tabella), nell’ambito delle quali sono presentate 33 proposte di razionalizzazione. Buona parte di queste proposte si inseriscono nel solco di misure già individuate nei piani di spending review dei precedenti Commissari (Bondi, Giarda) e nelle varie leggi di stabilità e razionalizzazione della spesa pubblica.

Le misure proposte

I risparmi stimati (Mld euro)

2014

2015

2016

Efficientamento diretto

2,2

5,3

12,1

Riduzione spese per beni e servizi (incluso sanità)

0,8 2,3 7,2

Pubblicizzazione telematica degli appalti pubblici

0,2 0,2 0,2

Razionalizzazione della gestione degli immobili

0,2 0,5

Riduzione dei costi della riscossione fiscale

0,4 0,4

Utilizzo dei fabbisogni standard per determinare trasferimenti nei comuni

0.5 2,0

Riduzioni consulenze ed auto blu

0,1 0,2 0,3

Riduzioni degli stipendi dei dirigenti

0,5 0,5 0,5

Razionalizzazione dei corsi di formazione per dipendenti pubblici

0,1 0,1

Riduzione inquinamento luminoso

0,1 0,2 0,3

Altre proposte da gruppi ministeriali

0,4 0,6 0,7

Riorganizzazioni

2,2

2,8

5,9

Riforma delle Province

0,1 0,3 0,5

Sinergie tra corpi di polizia

0,8 1,7

Riduzione (i) spese enti pubblici, agenzie pubbliche; (ii) trasferimenti a enti privatizzati

0,1 0,2 0,3

Digitalizzazione

1,1 2,5

Razionalizzazione Prefetture, Vigili del Fuoco, Capitanerie di Porto

0,2 0,4

Razionalizzazione di altre sedi periferiche delle PA centrali

0,1 0,4

Razionalizzazione delle comunità montane

0,1 0,1

Costi della politica

0,4

0,7

0,9

Razionalizzazione nei comuni, nelle regioni, e nei finanziamenti ai partiti

0,2 0,3 0,4

Razionalizzazione organi costituzionali e a rilevanza costituzionale

0,2 0,4 0,5

Riduzione dei trasferimenti inefficienti a imprese e famiglie

2,0

4,4

7,1

Trasferimenti alle imprese (stato)

1,0 1,6 2,2

Trasferimenti a imprese (regioni)

0,4 0,6 0,8

Introduzione della prova del reddito per indennità di accompagno

0,1 0,2

Lotta agli abusi sulle pensioni di invalidità

0,1 0,2

Tagli ai microstanziamenti

0,1 0,2 0,3

Razionalizzazione trasferimenti a partecipate locali (TPL e altro)

0,1 1,0 2,0

Riduzione dell’eccesso rispetto all’Europa dei trasferimenti al trasporto ferroviario

0,3 0,8 1,5

Spese settoriali (Difesa, Sanità e pensioni)

2,2

5,0

7,9

Razionalizzazioni nel Settore Difesa

0,1 1,8 2,5

Razionalizzazione della spesa sanitaria (esclusi acquisti beni e servizi) e Patto per la salute

0,3 0,8 2,0

Contributo temporaneo pensioni

1,4 1,0 0,5

Indicizzazioni pensioni

0,6 1,5

Allineamento contribuzione donne (da 41 a 42 anni)

0,2 0,5 1,0

Revisione pensioni di guerra

0,2 0,3 0,3

Pensioni reversibilità (flussi)

0,1

Totale generale

7,0

18,1

33,9

I risparmi maggiori e più immediati sono attesi dalle misure di efficientamento diretto (19,6 mld nel triennio), nell’ambito delle quali assumono rilievo le misure in materia di razionalizzazione di acquisti di beni e servizi, che dovrebbero portare risparmi complessivi per 10,4 miliardi nel triennio. È prevista, in particolare, la drastica riduzione delle centrali appaltanti (da 32.000 a circa 30 – 40), concentrando gli appalti essenzialmente su CONSIP, Regioni e città metropolitane.

Altri risparmi rilevanti sono attesi dalle misure di razionalizzazione nei settori della difesa, della sanità e delle pensioni (15,1 Mld nel triennio) e dalla razionalizzazione dei trasferimenti ad imprese e famiglie (13,5 Mld complessivi).

La riorganizzazione di diversi settori della pubblica amministrazione (in special modo centrale), potrebbe portare risparmi sempre più consistenti nel medio periodo. La misura più rilevante, in termini di risparmi attesi, è individuata nella digitalizzazione delle fatturazioni e dei pagamenti e dei flussi informativi, sulla scorta di provvedimenti già almeno in parte avviati.

Meno rilevante è l’impatto economico delle misure di riduzione dei costi della politica, sebbene su tali aspetti entrino in gioco anche valutazioni di equità. Particolarmente significativa è la messa in discussione delle modalità di finanziamento ai partiti: il piano di Cottarelli ritiene siano possibili ulteriori rispetto al DL recentemente approvato. Nel complesso, da tali misure si prevedono risparmi complessivi per 900 milioni di euro nel triennio.

Con riferimento agli enti locali, le proposte del Commissario prevedono un’ulteriore spinta alla creazione delle unioni per i Comuni sotto i 5mila abitanti ed un’ulteriore riduzione sia dei loro consiglieri che degli assegni che percepiscono. Altro capitolo rilevante è l’attuazione della riforma delle province.

Tra le altre misure proposte, si richiamano:

1. i controlli sui contratti di acquisto di beni e servizi in essere al 31/7/2014 e la previsione di tagli di stanziamento per il 2014 basati su indicatori CONSIP, per i centri di spesa meno virtuosi.

2. la drastica riduzione dei tempi di pagamento della PA.

3. risparmi dalla gestione degli immobili pubblici;

4. riduzione dei costi della riscossione fiscale;

5. utilizzo dei fabbisogni standard per determinare i trasferimenti nei comuni;

6. tagli ulteriori a consulenze ed auto blu;

7. riduzioni agli stipendi dei dirigenti pubblici;

8. soppressione e fusione di enti ed agenzie pubbliche.

La road map dei tagli

Il piano di Cottarelli delinea anche un cronoprogramma di massima per dare attuazione alle misure in materia di spending review.

Mese

Attività previste

Marzo – Inizio aprile

  • Decisione politica sulle misure di risparmio, ed attivazione di misure legislative in tempi rapidi per evitare l’impegno degli stanziamenti;
  • Finalizzazione delle proposte per il 2014 in collaborazione con i ministeri;
  • Chiusura del quadro macro nell’ambito del DEF per assicurare l’effettiva disponibilità delle risorse (incluso impatto dei tagli di spesa lordi su entrate ed effetti dei tagli della tassazione sulla spesa);
  • Accordo con enti territoriali su azioni e riduzione tassazione locale.

Aprile

  • Annuncio del piano complessivo per entrata in vigore (inclusa riduzione tassazione) dal 1 Maggio o 1 giugno 2014 Identificazione di “responsabili” per i programmi dettagliati di riforma con cui il Commissario possa interagire

Settembre

  • Presentazione da parte dei responsabili dei programmi dettagliati di riforma per il resto del triennio

Il documento conclude evidenziando alcune criticità e effettuando ulteriori proposte che potrebbero essere prese in considerazione per la razionalizzazione della spesa pubblica, tra cui assumono un rilievo particolare le misure in materia di trasparenza e gli interventi sulle società partecipate locali.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti