25 Aprile 2024, giovedì
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Giovanardi si candida per la poltrona di sindaco di Modena

L’artificiere (di fuochi d’artificio) della politica italiana è lui: il senatore Carlo Giovanardi. Era quasi il gemello (politico) di Pierferdinando Casini: insieme i due democristiani senza più Dc costruirono il Ccd (poi diventato Udc) e non a caso misero nel simbolo lo scudo crociato. Poi il primo fuoco d’artificio: quando Casini strappa con Silvio Berlusconi, Giovanardi lo abbandona tra le lacrime e preferisce un posto al governo col Cavaliere. Cambia casacca ma non il suo personale tormentone di crociato contro i gay, la prostituzione, le unioni civili, l’eutanasia, i drogati, chi fuma cannabis, chi politicamente si schiera a sinistra. Poi arriva la decisione del Cavaliere di resuscitare Forza Italia, lui non fa parte del cerchio magico perciò si trasferisce da Angelino Alfano. Una decisione che sorprende poiché l’ antisinistroso si viene a trovare al governo proprio con la sinistra. Nessun imbarazzo. Anzi va a Porta a Porta e racconta che in fondo anche lui tiene famiglia: «mia figlia venne a casa e mi disse: «papà  sono andata in Sudafrica e mi sono fidanzata con un rasta, mi ha spiegato cos’era:  è di colore ed è sposato. Ma io sono un uomo di mondo… Però era sposato con un altro uomo. A quel punto, quando mi sono svegliato al pronto soccorso, mi ha spiegato che era un matrimonio per interesse. Ora è sposata e ha figli, forse è meglio così per la sua salute». In ogni caso la politica è davvero sorprendente. Giovanardi divorziò da Casini per abbracciare Berlusconi, oggi Casini è col Cavaliere e lui è contro. Da parte sua, Alfano, bisognoso di truppe e di graduati, lo ha accolto a braccia aperte però non ha mosso un dito quando il Pd ha messo il veto: neanche uno strapuntino per Giovanardi né al governo né nei pressi. Il senatore ha trangugiato amaro ma ecco adesso il nuovo colpo di scena: si candiderà a sindaco di Modena, la sua città. Una decisione che scompiglia lo schieramento di centrodestra, che aveva faticosamente trovato un candidato da contrapporre all’aspirante sindaco del centrosinistra, l’assessore regionale Pd, Gian Carlo Muzzarelli. La città è da sempre un feudo rosso. Difficile prevedere un ribaltone, ma non si sa mai, anche perché le primarie Pd hanno avuto strascichi giudiziari e probivirali e hanno spaccato il partito. Certo la difficile impresa diviene impossibile se il fronte avverso presenta più candidati. E Giovanardi s’è mosso da solo, con dietro solo la sparuta pattuglia locale di Ncd, di cui a Modena egli è padre-padrone. Quelli di Forza Italia l’hanno presa male: è una provocazione, non lo appoggeremo. E a Modena va in scena l’ennesimo psicodramma del centrodestra: se Berlusconi e Alfano non si risparmiano frecciate velenose al centro, in periferia sembra non andare meglio. Col rischio, però, di non riuscire neppure a conquistare il ballottaggio. Infatti in caso di più candidati del centrodestra, avrebbe probabilmente la meglio l’esponente dei 5stelle e sarebbe lui a sfidare il quasi-sindaco Pd. Il guanto di sfida Giovanardi lo lancerà sabato, presentando ufficialmente la sua candidatura: «Ritengo un dovere scendere in campo per la mia città visto il quadro delle candidature che si va delineando» . Per lui è inadeguato il candidato sindaco del centrosinistra, schieramento con cui sta però al governo, ma è inadeguato anche Andrea Galli, un passato nel Fronte della gioventù prima della conversione berlusconiana, candidato in pectore del centrodestra, e ora solo di Forza Italia, partito con cui, per altro, ci dovrebbe essere l’apparentamento alle prossime politiche. Insomma, un caos. Tanto che il coordinatore regionale di FI, Massimo Palmizio, dice: «Non ne ero al corrente, ne discuterò coi dirigenti modenesi di FI ma tenendo conto della caratura nazionale di Giovanardi porterò il caso alla commissione nazionale del partito». Mentre il consigliere regionale e coordinatore locale di FI, Enrico Aimi, cita Checco Zalone: «Sì, cado dalle nubi. Nessuno mi ha avvertito, è un fulmine a ciel sereno». E Andrea Galli, che rischia di essere disarcionato prima ancora di ricevere il placet ufficiale alla sua candidatura, commenta: «Ora capisco tante cose sul comportamento di Giovanardi negli ultimi tempi». Il senatore è diventato presenzialista in Emilia dopo che a Roma le cose non sono andate bene. Ha dovuto perfino accettare Ivan Scalfarotto (contro cui si era scagliato) al governo come sottosegretario, sì colui che sottolinea nel suo curriculum: «Durante la mia attività professionale mi sono dedicato assiduamente alle tematiche delle pari opportunità nelle aziende e, durante la prima permanenza a Londra, ho presieduto «Citigroup Pride», il gruppo di dipendenti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali della banca». Più recentemente si è scontrato (nel programma l’Arena, condotto da Massimo Giletti, su Raiuno) con Vladimir Luxuria, invitata a un’assemblea in un liceo modenese poi l’iniziativa è stata annullata per la levata di scudi di alcuni genitori appoggiati da Giovanardi. «Vedo che sono uno dei pochi a difendere il pluralismo e il confronto – ha sostenuto Giovanardi. – L’unica censura è stata quella di impedire a una terza persona di esporre un punto di vista differente su questi temi. Il professor Giuseppe Marotta, presidente del consiglio d’istituto e marito dell’ex -viceministro Maria Cecilia Guerra, e la figlia dell’ex ministro Cecile Kyenge volevano trasformare un’assemblea d’istituto in un’assemblea di partito senza punti di vista differenti». La reazione di Luxuria: «Giovanardi, lei è un omofobo di professione. Se gli studenti non l’hanno invitato se ne faccia una ragione». A Modena Giovanardi cercherà di indossare la fascia tricolore. Dovrà vedersela col pidiessino Muzzarelli, ma anche col 5stelle Narco Bortolotti e con Andrea Galli di Forza Italia, oltre che con gli outsider Sergio Celloni (Insieme per cambiare), Vittorio Ballestrazzi (Modena Salute Ambiente), Adriana Querzè (lista civica), Nicola Rossi (Modena Futura) e Michele Barcaiuolo, di Fratelli d’Italia, che tra i litiganti Giovanardi-Galli sembra decisa a scendere in campo da sola. Tre candidati per il centro-destra, e il grillino sorride.

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