19 Aprile 2024, venerdì
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Termine, scompare la causale

Liberalizzate le assunzioni a termine. Non servirà più una causale giustificatrice per rapporti fino a tre anni, durata massima oggi prevista e confermata. In caso di riassunzione, inoltre, non occorrerà più aspettare il periodo di 10/20 giorni (cd periodo «cuscinetto»). Unico limite, le assunzioni non potranno superare il 20% della forza lavoro. E’ quanto prevede il decreto legge approvato ieri dal consiglio dei ministri. Il provvedimento semplifica anche il contratto di apprendistato, abrogando la clausola di stabilizzazione (30% dei rapporti di apprendistato terminati nei 36 mesi precedenti), e trasferisce il Durc online.

Liberalizzato il contratto a termine. La disciplina prevede, di principio, che le assunzioni a termine sono possibili soltanto a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, anche se riferibili all’ordinaria attività del datore di lavoro. Se manca questa ragione, l’assunzione non può che avvenire a tempo indeterminato applicandosi la disciplina della stabilità (art. 18 Statuto dei lavoratori). La riforma Fornero (dal 18 luglio 2012) aveva introdotto una deroga consentendo di prescindere dalle predette ragioni con riferimento al primo rapporto di lavoro a termine di durata non superiore a 12 mesi. E aveva inoltre affidato ai contratti collettivi nazionali la possibilità di prevedere la stessa deroga in una serie tassativa di casi, da disciplinare nel limite complessivo del 6% del totale dei lavoratori occupati (avvio nuova attività, lancio prodotto, ecc.).

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