19 Aprile 2024, venerdì
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L’ultima trovata della sinistra: stanze pubbliche per drogarsi

Tre stanze del buco entro sei mesi dall’approvazione (?) della delibera. È stata presentata ieri mattina in consiglio comunale la mozione per l’istituzione di «stanze salvavita da iniezione, per un servizio di riduzione dei danni sanitari e sociali legati al consumo di stupefacenti», primo firmatario Marco Cappato (Radicali), sottoscritta da Luca Gibillini e Mirko Mazzali (Sel), Rosaria Iardino (Pd) e Anita Sonego (Sinistra per Pisapia).

Dopo il registro per le unioni civili e quello per le dichiarazioni anticipate di volontà, la nuova proposta lanciata dai Radicali e sostenuta dalla sinistra radicale, ma non solo (c’è anche la consigliera Pd, che ha lavorato per la modifica dei moduli per le iscrizioni a scuola sostituendo «madre» e «padre» con «genitore 1 e 2») lascia presagire il putiferio a Palazzo Marino.

«La mozione riprende il testo della proposta di iniziativa popolare sottoscritta da oltre 5.000 cittadini che era stata bloccata dai Garanti del Comune – precisa Cappato – e rende esplicita l’esclusione di fatti costituenti reato, rispetto a una normativa ora modificata dalla sentenza della Corte costituzionale sulla Fini-Giovanardi. Nel momento in cui diversi indicatori fanno prevedere un ritorno del consumo di eroina, Milano deve guardare alle migliori esperienze europee che hanno rimosso i pregiudizi ideologici alla riduzione dei danni sanitari del consumo di droghe». In pratica la mozione chiede l’«istituzione del pubblico servizio di assistenza all’assunzione di sostanze stupefacenti attraverso la predisposizione di apposite sale la cui responsabilità è affidata al servizio dipendenze del Comune» e l’apertura, appunto, di tre sale «da individuarsi nel patrimonio comunale inutilizzato secondo i criteri del minimo impatto con il tessuto abitativo esistente».
Luca Gibillini spiega l’utilità del provvedimento: «Le narcosale sono uno degli strumenti previsti dall’Unione Europea per sostenere la battaglia contro la droga: si chiama riduzione del danno e significa che chi ha una malattia, chiamata dipendenza da sostanze stupefacenti, può essere assistito affinché la malattia non provochi la morte o danni irreparabili».

Il clima si fa già bollente, con tutta l’opposizione compatta che attacca su più fronti la proposta. «Concepire le stanze del buco – polemizza Luca Lepore della Lega – costituisce un affronto al lavoro svolto da migliaia di persone nelle comunità di recupero che danno anima, corpo e professionalità nel cercare di risanare psicologicamente persone deboli e disorientate». «Stupisce che autorevoli esponenti della maggioranza immaginino di affrontare il problema della tossicodipendenza e quelli ad essa legati, come il forte degrado della città, con l’apertura di stanze del buco – osserva Giulio Gallera, coordinatore cittadino di Fi-. La nostra ricetta è combattere in maniera decisiva il grave fenomeno dello spaccio a Milano». «La sinistra che scopre ogni anno buchi di bilancio e lascia ogni giorno buchi nelle strade – ironizza Matteo Forte, consigliere di Ncd – costringerà il consiglio ad occuparsi di altri buchi, derubricando il grave tema del disagio giovanile alla discutibile teoria del “contenimento del danno”».

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