18 Aprile 2024, giovedì
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Renzi frena sul cuneo e accelera su casa e occupazione. Arrivano i nuovi ammortizzatori

Per il presidente del consiglio, Matteo Renzi manca pochissimo al pomeriggio di un “mercoledì da leoni”, la riunione del consiglio dei ministri convocate per le 16 in cui svelerà la sua scelta sui tagli al cuneo fiscale, irpef, irap o entrambe, e proverà a mantenere la promessa avanzata nei giorni scorsi. Questa: «Mercoledì per la prima volta si abbassano le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo», aveva detto domenica sera, specificando che si tratterà di un taglio da 10 miliardi. In queste ore sta lavorando per trovare tutte le coperture necessarie, che, ha assicurato nella tarda serata di ieri, ci sono. Anzi, ce n’è una sovrabbondanza, se è vero che i tecnici del ministero dell’Economia hanno individuato risorse disponibili per ben 20 miliardi, che saranno però utilizzate soltanto a metà. Certo è che il premier ha ben chiari gli obiettivi da raggiungere. Renzi ritiene indispensabile mettere a punto una serie di misure che dovrebbero favorire la ripresa della domanda interna e per questo ha deciso  di ridurre l’Irpef per i lavoratori con redditi bassi, quelli fino a 15mila euro, che potrebbero arrivare a intascare 80 euro in più al mese in busta paga. Cifra che si aggiungerebbe ai 20 euro di minore Irpef già arrivati con il governo guidato da Enrico Letta, per un totale di 100 euro al mese. Renzi, a Repubblica, ha spiegato che “il prossimo 27 aprile i lavoratori si troveranno cento euro in più in busta paga”. Il premier sottolinea che “vogliamo dare quei soldi in modo che chi guadagna 1.200 o 1.300 euro al mese possa dare qualcosa di più alla famiglia”. Per Renzi “questa è la manovra più di sinistra degli ultimi anni: dare a chi ha un reddito basso 1.000 euro in più l’anno”. Sul fronte delle coperture, il premier afferma che “ce le abbiamo. Abbiamo trovato 20 miliardi e ne utilizziamo solo dieci”. Sarà con ogni probabilità il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a dare il via libera finale al capitolo delle coperture. Il titolare del dicastero di via XX Settembre, fresco di ritorno da Bruxelles, dove ha partecipato ai lavori dell’Eurogruppo, troverà ad attenderlo la riunione del preconsiglio dei ministri convocata per questa mattina.

Via al tagliadebito e a nuovi  pagamenti alle imprese

Governo Renzi al lavoro sul debito: con un provvedimento ad hoc per smaltire quello arretrato della pubblica amministrazione, oggi in Consiglio dei ministri, e un nuovo piano di dismissioni in arrivo nelle prossime settimane.  Ieri sera, in extremis, scriveMF, sarebbe stata trovata la soluzione per la restituzione alle imprese di debiti non pagati della pubblica amministrazione, coinvolgendo le banche e la Cassa Depositi e Prestiti, ma il governo guidato da Matteo Renzi punta anche su un piano di cessione e valorizzazione del patrimonio pubblico, che sarà presentato con i prossimi documenti economico-finanziari. A dirlo ieri, nel corso di un’audizione in commissione Trasporti alla Camera, è stato il viceministro all’Economia Enrico Morando, che parlando della privatizzazione di Poste ed Enav ha assicurato che questa mossa è intesa dall’esecutivo solo come un tassello di un ampio disegno di “alienazione e valorizzazione del patrimonio pubblico”.
Un vero piano per abbattere il debito, come quello degli anni 90, che per avere effetti significativi dovrà essere concentrato nell’arco della legislatura. La nuova stagione di privatizzazioni avrà tre obiettivi: ridurre il debito pubblico, attrarre capitali esteri per rafforzare le società pubbliche e accompagnare i risparmiatori verso il capitale di rischio. Sebbene sia presto per definire contorni del nuovo piano, Morando ha precisato che le riflessioni riguardano le partecipazioni dirette dello Stato e quindi non anche quelle detenute tramite la Cassa Depositi e Prestiti, come Sace e Fincantieri per esempio, e che riguarderà anche gli immobili pubblici.

La manovra spiegata da Renzi.  Rilancerò i consumi, ma ci sarà qualcosa sull’Irap. Alle imprese maggiore flessibilità 

“Io  voglio rilanciare i consumi.  Ma si vedrà anche che alla fine”,  ha assicurato Renzi qualcosa sull`Irap ci sarà. E comunque alle imprese garantiremo una maggiore flessibilità percreare posti di lavoro”,superando i vincoli ancora presenti nella legge Fornero: “semplificheremo i contratti a termine e l`apprendistato, questo posso garantirlo. Il resto delle regole del lavoro sarà affidato a un complesso e rivoluzionario disegno di legge”. Senza alcun timore da parte del presidente del consiglio per la fragilità di numeri o la inutilizzabiltà di poste potenziali. Come quelle che richiedono ok europei che la Ue ha già escluso a priori.  “Lo so che Bruxelles e tanti frenano, e infatti nonlo farò: ma quei soldi sono lì, si potrebbero usare”. O quelle legate al dividendo dei tassi bassi. “Nelle previsioni si parla di uno spread da 250, ora è a 172: altri 3 miliardi che ci sono”, ha detto il presidente del consiglio. Che ha aggiunto: “Non accetto tutte queste obiezioni, ricordate Tremonti? Metteva a copertura ‘il miglioramento del quadro economico’. E ora mi si dice che io non posso questo e non posso quello. In realtà in totale  ci bastano 8,5 miliardi, proprio perché la riduzione parte in corso d`anno. Quindi, ancora di più, le risorse le abbiamo”. Resta il fatto che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invitato il premier alla prudenza sulle cifre e altrettanto ha fatto il ministro dell’Economia.

Le ipotesi di intervento sul cuneo e le altre misure

Non è un caso che man mano che si avvicinava l’orario di convocazione del consiglio dei ministri, abbiano cominciato a circolare indiscrezioni su propositi meno bellicosi. In particolare, dal taglio secco delle aliquote Irpef di cui si era parlato, si è passati a un rafforzamento delle detrazioni per il lavoro dipendente sui redditi fino a 15.000 euro, per le famiglie e i lavoratori autonomi. E soprattutto, il provvedimento con effetto immediato si è trasformato, come spiega il comunicato di palazzo Chigi, in una “informativa del presidente del Consiglio dei ministri in materia di riforme costituzionali e di interventi di politica economica, inclusa la riduzione del carico fiscale”. Insomma, di concreto e immediato per ora ci sono il decreto legge con “Misure urgenti per l’emergenza abitativa”, cioè il piano casa,  e quello contenente “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”. Quest’ultimo, in particolare, dovrebbe prevedere la semplificazione dell’apprendistato, soprattutto sulla disciplina degli adempimenti formativi, oggi non uniforme da regione a regione e intervenire sui contratti a termine, con il probabile allungo dell’acausalità dagli attuali 12 mesi a 24 mesi. C’è poi il disegno di legge delega “in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione”.

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