Il candidato Melani: “La polizia municipale verrà formata per agire ben oltre le contravvenzioni, sul modello delle esperienze internazionali”
Realizzare uno dei primi esperimenti del genere in Italia, portando a Fucecchio l’esperienza già da anni avviata con successo in altri Paesi europei: formare gli agenti del corpo di polizia municipale dell’Unione dei Comuni alla prevenzione della piccola criminalità, in stretto coordinamento con Carabinieri e Polizia di Stato. E’ questa, in sintesi, una delle proposte del candidato sindaco Silvia Melani (Pd) per aumentare il livello di sicurezza dei cittadini e aiutare il corpo stessi dei vigili urbani ad allontanare da sé la diffusa percezione che siano utilizzati in città soprattutto per elevare contravvenzioni.
Un piano sulla sicurezza che parte da una premessa importante: “Dobbiamo andare oltre le demagogiche corrispondenze che legano il tema della sicurezza al solo fenomeno dell’immigrazione – spiega Silvia Melani – ma il problema va affrontato con serietà e immediatezza tenendo insieme i diritti civili di cittadinanza con la fermezza nell’isolare chi viola le leggi. L’amministrazione deve attuare ogni forma di controllo in suo potere, facendo squadra con tutte le altre istituzioni pubbliche e forze dell’ordine, cercando sempre di preservare il senso di comunità che ci caratterizza”.
Oltre allo spostamento del corpo – che dall’attuale sede di via Battisti (in affitto) passerà nell’area ex Saffa, fondo ceduto al Comune mediante convenzione a scomputo d’oneri da 150mila euro con la proprietà – i principali aspetti che caratterizzeranno l’azione della nuova amministrazione saranno quattro. La formazione della Polizia Municipale, per passare da un impiego degli agenti come comminatori di multe ad una funzione di prevenzione della piccola criminalità. L’attività di formazione si incentrerà soprattutto sulle moderne teorie di prevenzione del crimine, sia sui reati tipicamente commessi dai più giovani che su quelli compiuti dalle imprese che operano fuori dalla legalità: dai reati ambientali a quelli fiscali, dal riciclaggio allo sfruttamento di manodopera irregolare. Saranno promossi corsi di formazione rivolti agli agenti per l’analisi criminologica, la mappatura delle attività criminali sul territorio comunale e, in prospettiva, dell’Unione dei Comuni, la pianificazione e simulazione delle operazioni di contrasto al crimine e le tecniche investigative che vengono definite Intelligence-led policing.
Gli agenti, insomma, saranno chiamati ad agire come piccoli 007: anziché limitarsi a reprimere i reati quando vengono commessi, e facendo seguito alle denunce fatte dai cittadini, impareranno a raccogliere informazioni e, analizzando le caratteristiche dei reati, individuare chi li commette in modo ricorrente o sistematico, concentrando su tali individui la propria iniziativa. Oltre a ciò, le risorse di personale e mezzi vengono concentrate sui reati più frequenti e di maggiore impatto sulla comunità. La mappatura criminologica, utilizzata per monitorare le aree in cui abitualmente si svolgono attività criminali, anche se non denunciate (spaccio, gioco d’azzardo, ricettazione, contrabbando, furti d’auto, prostituzione), servirà a pianificare le attività di pattugliamento e di sorveglianza.
Spazio poi al contrasto all’usura che colpisce privati cittadini e imprese, sia commerciali che manifatturiere: la crisi agevola l’azione degli usurai, spesso collegati al crimine organizzato. Il Comune darà supporto alle vittime, e li aiuterà ad accedere alle misure di sostegno previste dal fondo anti-usura. Lotta anche alla penetrazione del crimine organizzato nel tessuto produttivo di Fucecchio, attraverso il dialogo con le aziende presenti sul territorio e il monitoraggio delle situazioni di più grave crisi, per impedire che le organizzazioni criminali si insedino come soci occulti o mimetizzati dietro società di comodo e prestanome nella struttura proprietaria delle imprese. Ultimo, ma non ultimo, il contrasto alle imprese illegali, che sfruttano i lavoratori illegali, li mantengono in condizioni di schiavitù e danneggiano con la propria concorrenza sleale le imprese in regola con le norme, inquinano il territorio ed esportano i capitali illecitamente accumulati, contribuendo a impoverire la comunità. Al contrario, l’amministrazione dovrà sostenere e portare ad esempio le imprese, sia amministrate da italiani che da nuovi cittadini immigrati, che rispettano le leggi e contribuiscono all’armonioso sviluppo della comunità.
Ufficio Stampa