20 Aprile 2024, sabato
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De Magistris si aggrappa al Pd

All’indomani del voto che lo ha incoronato sindaco di Napoli, criticava il Pd per aver «perso un’occasione di rinnovarsi attraverso la mia candidatura» perché «potevo rappresentare un elemento di rilancio del Pd». Adesso, dopo quasi tre anni dall’ingresso a Palazzo San Giacomo, con un Comune sull’orlo del dissesto dopo la bocciatura del piano di riequilibrio da parte della Corte dei conti, dieci assessori persi in metà mandato, gli scandali svelati dalle inchieste della Procura e una maggioranza in consiglio comunale sempre più risicata e confusa (basti dire che il gruppo più nutrito a suo sostegno è quello Misto composto da fuoriusciti di altre liste), Luigi De Magistris tende la mano a quel Pd tanto criticato e osteggiato in passato. Il sindaco della (fallita) rivoluzione arancione propone ai democrat un’alleanza contro il centrodestra in vista delle elezioni regionali del 2015. «Sarebbe assurdo andare divisi contro Stefano Caldoro, ha dichiarato ieri in un’intervista a il Mattino, serve in Regione una guida autorevole, c’è stato troppo immobilismo. Così come trovo incredibile che non si riesca a trovare un percorso condiviso con i democratici. Io sono pronto a un’alleanza politica ed elettorale e credo che la primavera sarà importante per capire tante cose». Non è la prima volta che l’ex pm cerca sostegni e attenzioni andando a bussare alla porta del Pd. Lo ha già fatto quando Matteo Renzi ha vinto le primarie ed è salito al Governo, lanciandogli segnali di apprezzamento perché «è un sindaco come me». Peccato però che la sortita di De Magistris in cerca di alleanze abbia coinciso ieri con una doccia fredda arrivata da quello stesso Pd cui tende la mano. In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno il deputato lettiano Francesco Boccia svela di aver fatto presente a De Magistris la gravità dei conti di Napoli nei giorni dell’insediamento, avvenuto nel maggio 2011. «Lo invitati a leggere la relazione che avevo preparato per la Iervolino prima che si sbilanciasse nell’affermare che non avrebbe dichiarato dissesto e che ce l’avrebbe fatta. Evidentemente non mi ha ascoltato» rivela Boccia. E il Pd che dice? Il segretario napoletano Venanzio Carpentieri parla di ragionamento «condivisibile», ma quando De Magistris torna a impuntarsi su una sua ricandidatura a sindaco, lo gela liquidando il tutto come «conclusioni affrettate». Per Carpentieri il confronto con il Pd deve avere al centro Napoli e «non può non passare da una seria presa di coscienza del suo stato di salute. La pronuncia della Corte dei Conti sul piano per l’uscita dal predissesto è da questo punto di vista allarmante». Detto ciò, ribadendo il «giudizio negativo sull’adeguatezza e la credibilità degli strumenti e delle tempistiche che il Comune ha immaginato di utilizzare per evitare il baratro del dissesto», Carpentieri sottolinea come «dalla relazione dei giudici contabili emerge con drammatica evidenza lo stato di profonda difficoltà in cui versa Napoli». Insomma, il messaggio è chiaro: caro De Magistris, prima di parlare di alleanze per le regionali del 2015, è meglio che pensi a salvare il Comune, dove noi non abbiamo certo intenzione di sostenere una tua ricandidatura.

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