28 Marzo 2024, giovedì
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Renzi, 10 mld è la “doppia cifra”: 5 ai lavoratori e taglio Irap del 10%

Renzi, 10 mld è la “doppia cifra”: 5 ai lavoratori e taglio Irap del 10%. Porteremo “immediatamente alla vostra attenzione una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale con misure serie, irreversibili, non solo legate alla revisione della spesa, che porterà già nel semestre 2014 risultati immediati”: è l’impegno assunto da Matteo Renzi in Senato per mettere da subito più soldi nelle buste paga dei lavoratori insieme a un taglio consistente delle tasse sul lavoro che gravano sulle imprese. La doppia cifra ragionevolmente allude a 10 miliardi di euro (un 10% del cuneo equivale a 33/34 miliardi di euro, troppa grazia sarebbe), la stessa quota minima richiesta da Confindustria. Il fatto che Renzi abbia indicato una scadenza nei primi sei mesi del 2014 consente di approssimare una cifra intorno ai 7/8 miliardi già nel 2014: 5 miliardi ai lavoratori, il resto per finanziare la riduzione dell’Irap del 10%.
Sul Corriere della Sera, Enrico Marro quantifica in 5 miliardi la copertura finanziaria necessaria per il 2014 ipotizzando che gli sgravi sul lavoro da 10 miliardi su base annuale siano operativi entro i primi 6 mesi dell’anno. I 5 miliardi a favore dei lavoratori ( a partire dai redditi bassi) arriveranno aumentando le detrazioni fiscali, il resto a vantaggio delle imprese, appunto con un taglio secco del 10% dell’Irap. Dove trovare 5 miliardi subito? 4 miliardi già quest’anno dovrebbero essere garantiti dai risparmi ottenuti dal taglio della spesa pubblica.

Qualche perplessità più significativa riguarda il cosiddetto nodo lavoro, nella parte che rinvia alla tutela di chi perde il lavoro o non riesce ad inserirsi: Renzi ha esplicitamente parlato di sussidio di disoccupazione universale (30 miliardi costa) e di rafforzamento del fondo di garanzia per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, ma non ha detto altrettanto chiaramente dove troverà le coperture necessarie. Deve rispondere sul merito, incalza il Sole 24 Ore di oggi (e per il Financial Times, ascoltato il discorso, non è chiaro se Renzi sarà “una genuina forza di cambiamento oppure una stella cadente che svanisce in fretta”).
Una cosa, però, deve essere chiara: di sicuro Renzi non potrà fare tutto perché il taglio a due cifre del cuneo fiscale (necessario e oneroso) non si concilia, ad esempio, con la tentazione ricorrente di un “assegno universale” (altrettanto oneroso), esiste un problema oggettivo di coperture ed è su questo punto (e tanti altri analoghi) che si misura il senso di responsabilità di un governo. (Roberto Napoletano, Il Sole 24 Ore)
Stessa perplessità suscita la promessa di sbloccare rapidamente l’intero blocco dei debiti della Pubblica Amministrazione da restituire alle imprese creditrici: il punto è che una stima attendibile di quanto lo Stato sia debitore non esiste. Regioni ed enti locali, sollecitati in materia a settembre dal ministero dell’Economia, hanno accertato la miseria di 3 miliardi sugli 80/100 miliardi stimati, ovvero la “totalità” dei debiti che Renzi promette di rifondare.

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