3 Dicembre 2024, martedì
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Asset owner. L’analisi dei dati diventa strategica

Data e Analytics rivestono una priorità strategica per gli asset owner. Secondo una recente indagine di State Street, condotta da Economist Intelligence Unit presso 400 investitori istituzionali, la capacità di sfruttare i dati è diventata un fattore essenziale e di successo per fondi pensione, compagnie di assicurazione, banche e fondazioni.

LE TRE NECESSITA’ DEGLI ASSET OWNER – Ben in 9 casi su 10, infatti, gli asset owner che hanno risposto al sondaggio hanno considerato Data & Analytics una priorità strategica, mentre l’83% ha già aumentato negli ultimi tre anni gli investimenti in questo campo. Ma a impattare su questo nuovo scenario strategico sono tre tendenze principali: la regolamentazione, i portafogli multi-asset e l’insourcing. «Ciascuna di queste tre sfide richiede agli asset owner di creare piattaforme che possano efficacemente elaborare grandi volumi di dati con velocità e precisione senza precedenti – dichiara Riccardo Lamanna, Head di State Street Global Services Italia. Ma solo una minoranza di asset owner dispone oggi degli strumenti idonei per soddisfare tali richieste. Lo dimostra il fatto che solo il 19% degli asset owner coinvolti nella nostra indagine è fiducioso di poter estrarre indicazioni prospettiche dai propri dati».

REGOLAMENTAZIONE – Tra le iniziative più impellenti da affrontare un primo posto è occupato dalla regolamentazione. Solvency II, Basilea III, la FATCA e Dodd-Frank sono solo alcune delle iniziative più importanti che gli asset owner devono o dovranno gestire, mutando anche la modalità di gestione dei dati. Ad esempio, le imprese dovranno riportare informazioni più dettagliate alle autorità regolamentari e, in particolare, dovranno fornire dati granulari attraverso il look through, piuttosto che dati consolidati di alto livello: la raccolta, l’analisi e il reporting di questi dati nelle modalità richieste dai regolatori è quindi una impresa che mette a dura prova le organizzazioni. Ecco allora che, nei prossimi 3 anni, più di un terzo degli asset owner si aspetta che gli strumenti attualmente utilizzati per l’adempimento ai requisiti regolamentari si trasformino in un punto di forza significativo e, per il futuro, le priorità di investimento riguarderanno in primis strumenti in grado di gestire la regolamentazione in molteplici giurisdizioni, nell’ottica di apportare miglioramenti ai propri Data & Analytics.

GESTIONE PORTAFOGLI COMPLESSI – Alla regolamentazione si affianca poi un altro punto critico per gli asset owner, ovvero la capacità di dotarsi di strumenti di rischio adeguati a supporto di portafogli sempre più complessi: una necessità avvertita dal 24% dei proprietari di asset. «Il persistere di bassi tassi di interesse e i deludenti rendimenti delle asset class tradizionali stanno spingendo molti asset owner ad andare oltre le strategie di investimento tradizionali e investire in asset class alternative, come il private equity, l’immobiliare e gli hedge fund – spiega Lamanna. Da un altro recente sondaggio realizzato da State Street presso 150 fondi pensione europei è emerso inoltre che il 60 per cento dei fondi intervistati è propenso ad aumentare l’esposizione alle asset class alternative nei prossimi tre anni. Allo stesso tempo, i proprietari di asset perseguono strategie di investimento basate su una comprensione più sofisticata del rischio, come ad esempio il liability-driven investing (LDI). Di conseguenza, gli asset owner devono ora analizzare i rischi e le performance attraverso un mix molto più complesso di strumenti finanziari. Ma questo compito è spesso ostacolato dalla mancanza di adeguati strumenti informatici».

INSOURCING ASSET MANAGEMENT – Infine, il 90% circa degli asset owner intervistati prevedono di canalizzare la maggior parte della loro spesa nei sistemi di gestione ed esecuzione degli ordini. Una prospettiva di breve periodo, tre anni, a cui segue anche l’investimento in strumenti che possano ottimizzare i portafogli (tre quarti degli intervistati). Oltre all’ampliamento del portafoglio di investimento si assiste anche a un progressivo insourcing della gestione, al fine di migliorare i rendimenti e ridurre i costi.

«Affrontare questi problemi è diventata una sfida urgente – conclude Lamanna. Investire in nuove tecnologie è solo una parte della soluzione. I proprietari di asset hanno bisogno di un approccio scalabile per assicurarsi che, all’emergere di nuove esigenze e all’aumentare dei dati, possano continuare a fornire le informazioni corrette alle persone giuste al momento giusto. Non c’è dubbio che la costruzione di piattaforme di dati per il futuro sarà una grande impresa. Per quegli asset owner che raccoglieranno la sfida, tuttavia, vi è la possibilità di trasformare i dati in una fonte duratura di vantaggio competitivo».

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