25 Aprile 2024, giovedì
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In contenzioso senza incubi

L’avvocato deve sempre informare il cliente sul prevedibile costo del contenzioso, e sulla durata ipotizzabile del processo. Se il cliente lo richiede dovrà anche mettere per iscritto queste valutazioni. Inoltre dovrà rilasciare una fattura per ogni pagamento ricevuto. In mancanza ci si potrà rivolgere all’ordine di appartenenza del legale, che rischia fino a un anno di sospensione dalla professione. Sono questi i punti più significativi, dal punto di vista del cliente, del nuovo codice deontologico approvato dal consiglio nazionale forense, ora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. L’obiettivo è quello di spingere verso una professione meno incline a ripiegarsi sui propri interessi (causa che pende, causa che rende) e più al servizio del cliente. Dal punto di vista dell’utente dovrebbe consentire una maggior possibilità di controllo sulle azioni legali prima di iniziarle o non iniziarle. Sarà possibile anche mettere a confronto diversi preventivi e poi scegliere quello più conveniente. Nel codice deontologico ci sono anche altre norme che hanno l’obiettivo di qualificare la professione forense. Dal divieto di patto di quota lite a quello di fornire informazioni comparative con altri professionisti o comunque di fornire informazioni ingannevoli o fuorvianti. Importante anche l’obbligo di indicare al cliente il numero della polizza assicurativa, che di fatto anticipa per i legali l’obbligo di copertura. Regole severe anche sull’autopromozione on line: i siti dei legali non possono contenere link ad altri siti che sfuggano al controllo dell’avvocato, né possono contenere riferimenti commerciali o pubblicitari. I giovani non potranno usare forme aggressive per conquistare nuova clientela. Infine due novità assolute: una maggior attenzione alle notifiche in proprio, cioè quelle fatte direttamente dall’avvocato senza passare dall’ufficiale giudiziario e il dovere di rispettare il calendario del processo stilato dal giudice senza richiedere rinvii meramente dilatori.  In pratica il consiglio nazionale forense cerca di mettere in riga i tanti, troppi, avvocati che praticano la professione in modo troppo disinvolto. Sono 56mila, un quarto del totale, quelli che dichiarano rediti inferiori a 10mila euro.

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