I tassi di interesse dell’area euro restano al minimo storico dello 0,25 per cento. Lo ha deciso la Banca centrale europea, a dispetto dei nuovi rallentamenti dell’inflazione che avevano spinto alcuni analisti a ipotizzare un taglio. Le attese prevalenti erano invece per il mantenimento dello status quo.
Il banchiere centrale ha puntualizzato come la ripresa europea è ancora «fragile» e «disomogenea». Draghi ha anche precisato che al momento l’istituto non ha voluto prendere alcuna iniziativa dal punto di vista monetario perché la situazione é «complessa».
Dopo queste parole i mercati azionari hanno dimezzato i guadagni. Forte volatilità sull’euro, dapprima sceso sotto 1,35 dollari (dopo la decisione sui tassi invariati) per poi riportarsi sopra quota 1,36 (cambio euro/dollaro e convertitore di valute).
Il calo dell’inflazione dell’Eurozona allo 0,7% a gennaio, inferiore alle attese, è dovuto essenzialmente alla componente energetica e alimentare, due elementi che non fanno parte dell’inflazione “core”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi, motivando la scelta del direttivo.
La Banca centrare europea è «pronta ad azioni decisive se necessario» e ad «intervenire con tutti gli strumenti disponibili», per garantire la stabilità dei prezzi, ha continuato.
«L’Eurozona vede un periodo prolungato di bassa inflazione, destinata tuttavia a risalire».
I mercati e le economie dell’area euro «finora hanno mostrato una buona resistenza» alle tensioni finanziarie che colpiscono diversi paesi emergenti. Hanno mostrato «più resistenza di quanto avessero un anno fa».
Sul delicato punto della sterilizzazione, Draghi ha detto che la possibilità di interrompere le operazioni che sterilizzano la liquidità usata per l’acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà è uno degli strumenti a disposizione dell’Eurotower.
Draghi ha precisato che «si tratta di uno dei numerosi strumenti che stiamo vagliando. Non ne abbiamo discusso, ma lasciatemi di dire che i comitati della Bce stanno studiando tutte queste misure, in modo che al momento opportuno e se decideremo di attivare queste misure saremo pronti a farlo.
Interrompere le operazioni di sterilizzazione della liquidità usata per l’acquisto dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà, significherebbe immettere liquidità per circa 180 miliardi di euro. Una simile operazione per la Bce, richiederebbe il via libera da parte della Bundesbank.