27 Luglio 2024, sabato
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Da lunedì poliziotti e carabinieri si difenderanno con lo spray

Pistola, manganello e spray al peperoncino. Parte lunedì la sperimentazione della nuova arma di difesa di Polizia e Carabinieri, lo spray urticante all’Oleoresin capsicum, che gli agenti hanno ribattezzato «il piccolo lacrimogeno portatile». Il capo della Polizia Alessandro Pansa ha firmato il decreto. Sarà dato in dotazione per adesso soltanto al personale delle volanti e alla Polfer di Milano e ai nuclei radiomobili dei Carabinieri di Roma e Napoli, sarà usato per difendersi dalle aggressioni o per dissuadere da assalti fisici ed evitare il contatto, e solo per il controllo del territorio e gli interventi di 112 e 113. Non sarà invece utilizzato per l’ordine pubblico e quindi nel caso di cortei e manifestazioni. Se ne parlava da tempo, a dicembre c’era stato un primo annuncio della sperimentazione, che si chiuderà il 10 agosto, e da oltre un anno i sindacati di polizia si battevano per ottenerlo. Del resto, lo spray al peperoncino è già in vendita per autodifesa, non occorre un porto d’armi, l’unico limite all’acquisto è la minore età. E la bomboletta che Polizia e Carabinieri potranno usare è in tutto uguale a quelle che si trovano già in commercio, con la stessa percentuale di sostanza irritante licenziata dal ministero della Salute, ovvero il 10 per cento del prodotto totale. I Black bloc a Roma l’hanno utilizzata ma per il momento la Polizia non potrà a sua volta contrattaccare. Le «regole d’ingaggio» sono chiare: se ne limita l’uso, è scritto nel comunicato della Polizia, per «autodifesa dell’operatore impegnato nei servizi di controllo del territorio»; non potrà essere utilizzato «in via preventiva o intimidatoria », e comunque sempre «a fronte di una azione minacciosa o violenta per evitare conseguenze ulteriori, e solo dopo il fallimento della fase di mediazione e negoziazione». Infine, bisognerà rispettare la «proporzione tra offesa e difesa». Gli effetti dello spray al peperoncino sono comunque quelli di un lacrimogeno ma per fermare l’aggressore bisogna spruzzarlo a non più di tre metri di distanza, altrimenti non funziona. Dopo una trentina di minuti, lacrimazione, tosse e bruciore agli occhi scompaiono. Il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), Nicola Tanzi, a dicembre si augurava il «piccolo lacrimogeno» che potesse presto essere adottato ovunque dagli agenti in Italia e quindi anche dai reparti mobili, perché «meno invasivo del manganello e della pistola». E ieri ha ribadito: «La partenza della sperimentazione è un fatto positivo, quello che si vuole evitare è il contatto fisico ed è da tempo che chiediamo di introdurre questo nuovo strumento di difesa proprio per evitare il più possibile, nel caso di tentativo di aggressione, il contatto fisico. Se la sperimentazione avrà esito positivo — aggiunge Tanzi — si può sperare in un’estensione dell’utilizzo dello spray anche per l’ordine pubblico ». Vedono bene l’uso dello spray come «strumento di autodifesa e dissuasione» anche i poliziotti del Silp-Cgil. «È una prima risposta alle esigenze degli operatori », ha detto il segretario generale del Silp Daniele Tissone, anche se non è previsto, durante la sperimentazione, come è scritto sempre nel comunicato della Polizia, un uso di prevenzione. L’aspetto più importante, sottolinea Tissone, è che lo spray si potrà sostituire all’«utilizzo di strumenti di coazione fisica più dannosi » e questo finirà quindi per ridurre i rischi per le persone. Soddisfatti tutti i sindacati di Polizia, dunque, anche se si tratta per ora di una sperimentazione. Il ministero dell’Interno e le forze di Polizia e Carabinieri vogliono sperimentare per evitare l’uso indiscriminato dello strumento. Certo è che non si può fare a meno di sottolineare che i poliziotti europei già dispongono di questi spray e che se la bomboletta è in commercio e liberamente acquistabile per autodifesa, sarebbe un controsenso non dotarne anche le forze di Polizia e i Carabinieri. Due giorni fa il segretario generale del Coisp (Sindacato indipendente di Polizia), Franco Maccari, in merito all’evasione di Domenico Cutrì, segnalava che «gli organi di stampa hanno riportato la notizia che lo spray urticante è stato utilizzato dal gruppo criminale che ha eseguito l’assalto. Inconcepibile che i poliziotti ne siano ancora sprovvisti.

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