Erano stati accusati di omicidio colposo per la morte di Nino Emiliano Cassola, l’operaio di 33 anni, che nell’ottobre del 2008 era deceduto a Scarpino, precipitando in un pozzo profondo 18 metri.
Invece Giovanni D’Auria e Maurizio Laudadio, rispettivamente amministratore unico della società incaricata delle trivellazioni dei pozzi e dirigente del settore tecnico della società Ambiente Italia, sono stati assolti in secondo grado.
I due erano stati condannati in primo grado a due anni ciascuno.