20 Aprile 2024, sabato
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Placcato dai negozianti. Rapinatore in manette

Avevano progettato il colpo della vita. Da Napoli in trasferta a Pescara per impossessarsi di preziosi per un valore di oltre 400 mila euro. E per mettere mano sui gioielli, due rapinatori (con uno a fungere da palo) hanno agito senza paura, bloccando un rappresentante di preziosi e il suo collaboratore (entrambi vicentini), e colpendo il primo con il calcio della pistola, prima della fuga dopo la reazione dei due uomini, del titolare della gioielleria, dove i due si erano recati poco prima, e di alcuni passanti. Persone coraggiose che, in sprezzo del pericolo, hanno rincorso e permesso agli agenti della Squadra Volante di bloccare uno dei due rapinatori, Bernardo Torino, 27enne napoletano, arrestato per tentata rapina e ora in carcere. Sono passate da poco le 13 e in via Cesare Battisti, angolo via Piave, c’è tanta gente lungo l’isola pedonale. All’improvviso un colpo di pistola che squarcia il vociare della gente. Ed ecco un rapinatore intimare, arma in pugno (solo successivamente si saprà che si tratta di una scacciacani) intima al rappresentante di consegnargli la borsa. Ma questo reagisce e con il suo collaboratore ingaggia una colluttazione con il malvivente. Il rapinatore perde la pistola. Intanto arriva il complice a bordo di uno scooter ma dopo aver visto da lontano quello che stava accadendo, scappa via. Anche Bernardo Torino cerca di fuggire, ma viene inseguito dal titolare della gioielleria Gemmy, da alcuni passanti e poi bloccato dal titolare di un bar vicino; i poliziotti arrivano e lo ammanettano. Se non fosse stato per il tempestivo intervento degli agenti, il rapinatore avrebbe infatti rischiato il linciaggio da parte della folla inferocita. Il rappresentante di gioielli, rimasto ferito alla testa, è stato trasportato in ospedale e medicato in pronto soccorso con una prognosi di dodici giorni. Gli uomini della Squadra Volante e Squadra Mobile proseguono invece senza sosta le ricerche dell’altro rapinatore riuscito a far perdere le tracce. Il complice di Bernardo Torino, anche lui presumibilmente napoletano, potrebbe aver trovato un appoggio locale, ed essersi così nascosto in zona. In sella ad uno scooter difficilmente può aver lasciato Pescara, o comunque il circondario. Gli inquirenti stanno anche ricostruendo l’accaduto, dopo aver ascoltato il gioielliere che aveva ricevuto la visita dei due rappresentati, e i numerosi testimoni che hanno assisitito alla tentata rapina. È probabile (ma anche questo è oggetto delle indagini) che i due rappresentanti di preziosi veneti siano stati seguiti dai malviventi sin dalle prime ore della mattina, o anche prima. Una azione premeditata e “rovinata” dall’inattesa e coraggiosa reazione delle “vittime” che, nonostante la presenza di un’arma, hanno reagito. Nelle prossime ore il magistrato che coordina le indagini ascolterà Bernardo Torino. Gli inquirenti avrebbero però in mano diversi elementi per risalire al latitante. Proprio la settimana scorsa, a poche decine di metri da via Cesare Battisti, nella centralissima via Regina Elena, c’era stata un’altra rapina (queSta volta andata a segno) ai danni di un un sessantenne che si era ritrovato in casa tre rapinatori che, sotto la minaccia di una pistola, lo avevano costretto a consegnare rolex e preziosi, legandolo e imbavagliandolo prima di scappare. Proprio nel corso della precipitosa dal balcone dell’abitazione sita al primo piano i rapinatori persero gran parte del bottino e il caricatore della pistola, “disturbati” dai titolari di uno studio professionale sottostante allertati dal trambusto e dalle grida provenienti dal piano di sopra. Anche in quel caso la “vittima” fu colpita alla testa con il calcio della pistola, finendo al pronto soccorso dell’ospedale “Santo Spirito” per un leggero trauma cranico, e poi dimesso con una prognosi di venti giorni. Il resto è storia di ieri.

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