<Quali saranno gli effetti del processo di alienazione di Poste dalla mano pubblica? Speriamo che il modello non sia quello di gestione dei servizi di manutenzione dei Centri meccanizzati, dove sono sempre più frequenti i ritardi e i disservizi a causa delle esternalizzazioni avviate l’anno scorso. Disservizi che colpiscono anche Cagliari e dunque tutta la Sardegna, al pari di tanti altri centri del resto d’Italia>. La denuncia arriva dalla deputata del Pd Romina Mura che nei giorni scorsi ha presentato un’interpellanza ai ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro.
<I ritardi nella consegna della posta – continua il deputato Pd – sono particolarmente odiosi perché riguardano anche le aziende. Se per i privati i disagi in genere sono contenuti, per quanto riguarda una ditta possono essere pesanti, specie in un momento di crisi come questo. Ad esempio, chi riceve in ritardo la corrispondenza inerente fatturazioni deve pagarne la relativa mora, essendo difficile dimostrare il preciso momento di consegna della corrispondenza>.
Questi inconvenienti sono causati dall’avvicendamento delle aziende che curano le manutenzioni dei Centri meccanizzati postali (Cmp). Dal novembre scorso la manutenzione è stata affidata, tramite bando, alle ditte Selex e PH Facility, che dovevano assorbire i lavoratori della Stac, a cui stava terminando l’appalto. La PH Facility rispetto alla precedente appaltatrice, ha presentato un’offerta inferiore del 25% <La sensazione è che questo ribasso lo pagheranno totalmente i lavoratori e gli utenti del servizio postale>, commenta Mura, che aggiunge: <Sullo sfondo rimane il fatto che all’interno dei Cmp le operazioni di manutenzione e monitoraggio dei sistemi meccanizzati sono svolte da personale generico, senza alcuna specializzazione. E tutto ciò si riverbera sulla qualità dei servizi con i conseguenti ritardi>.
Non è un caso, infatti, che i sindacati all’indomani del passaggio di consegne da una ditta all’altra, si siano posti sul piede di guerra. <La Selex e la PH Facility hanno proposto condizioni contrattuali sconvenienti ai lavoratori (il contratto multiservizi al posto di quello metalmeccanico). Inoltre, hanno assorbito solo 170 dei 263 tecnici che lavoravano nelle vecchie aziende. Per sopperire alle mancanze, hanno impiegato personale non qualificato preso dalle agenzie interinali, che non è in grado di svolgere il lavoro affidato>.
Com’era naturale, il Ministero dello Sviluppo economico sta cercando di ricomporre la delicata vertenza. L’ultimo incontro tra le parti, lo scorso 22 gennaio si è concluso con un rinvio al prossimo 31 gennaio e con una proposta di accordo al vaglio delle organizzazioni sindacali. <Il viceministro Catricalà, rispondendo a un’interrogazione, conferma le nostre preoccupazioni sul destino dei lavoratori dei Cmp. Poste italiane,infatti, comunica che ci sono 4 mila esuberi totali, conseguenti alla riorganizzazione del servizio di recapito. Di questi, 1.400 solo nei Cmp. Da ciò emerge un’implicita risposta negativa rispetto alla possibilità di inserire i lavoratori dei Cmp all’interno di Poste italiane>.
Ma la privatizzazione di Poste italiane, il cui iter è stato avviato dal Governo venerdì scorso, 24 gennaio, con decreto ministeriale, nasconde ancora tanti lati oscuri o quanto meno genera diverse perplessità. <Il rischio concreto – spiega la parlamentare Pd – è che la privatizzazione delle Poste porti alla riduzione ai minimi termini del servizio postale universale a vantaggio dei vari servizi commerciali, che già ora sono diventati la vera mission delle Poste. Ma il servizio di consegna di lettere, raccomandate e pacchi, è un bene pubblico, imprescindibile nella vita di tutti, e che per questo va tutelato>.
Ufficio Stampa
on. Romina Mura
