Tassazione sulla casa, il governo ha comunicato ufficialmente la sua posizione sulle aliquote della Tasi, che nella legge di Stabilità erano fissate al 2,5 per mille e comportavano per i Comuni un buco di gettito nell’ordine del miliardo e 400 milioni. “In materia di Tasi-Imu”, si legge nella notadcella presidenza del consiglio, , “il governo ha deciso di presentare un emendamento al decreto Enti Locali così definito: ai Comuni sarà concessa per il 2014, esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di Stabilità, la possibilità di decidere un incremento delle aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti (2,5 per mille per la Tasi, 10,6 per mille sugli altri immobili residenziali, ndr). Tale incremento, che non comporterà alcun aumento della pressione fiscale, sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo e i comuni saranno liberi di decidere come ripartirlo tra le diverse basi imponibili”. Resta così ferma l’intenzione di vincolare l’extragettito ad altrettante detrazioni: soldi che si sommeranno al mezzo miliardo già previsto nella Manovra di fine anno. Negli ultimi giorni si era parlato di un incremento al 3 per mille, di fronte al quale i sindaci si erano detti ancora insoddisfatti: il presidente dell’Anci e primo cittadino torinese Piero Fassino ha già fatto notare al governo che a fronte della precedente aliquota standard dell’Imu al 4 per mille, l’attuale tetto del 2,5 per mille dimezzerà il gettito sulla prima abitazione. Prima dell’uscita ufficiale del governo molti avevano chiesto il rinvio dei pagamenti di Tasi, Tari ed Imu a giugno per evitare il caos. Lo ha proposto anche la leader Cgil, Susanna Camusso: “Per evitare figure o scelte drammatiche come quelle che erano state fatte sulla scuola, sarebbe ora che il governo si fermasse un attimo e rimettesse in ordine le scelte che fa”.