18 Aprile 2024, giovedì
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Tutelato chi paga col cellulare

Informativa ad hoc e misure di sicurezza forti per garantire la privacy di chi paga con il telefonino (mobile payment); il consenso, non richiesto per la semplice operazione di addebito, scatta se gli operatori coinvolti vogliono fare operazioni di marketing. Il Garante della privacy, con il provvedimento n. 561 del 12 dicembre 2013, ha impartito le direttive per i pagamenti via smartphone e tablet. Si tratta in particolare dell’obbligo di informativa agli utenti sull’uso dei dati, di misure di sicurezza adeguate, della predeterminazione di un termine semestrale di conservazione dei dati.
Per il consenso vale l’eccezione prevista dal codice della privacy (articolo 24) per l’adempimento di obblighi contrattuali, ma si torna alla regola se i dati vengono trattati con finalità promozionali. Ecco, dunque, il contenuto del provvedimento, su cui il Garante ha aperto una consultazione pubblica (il relativo comunicato è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3/1/2014).

Cosa è il mobile payment. I servizi di mobile payment consentono di regolare i pagamenti di beni sia digitali che fisici tramite un terminale mobile. Ci sono due categorie: 1) il mobile remote payment, nel quale i pagamenti sono attivati dal cliente a distanza con il telefono cellulare; 2) il mobile proximity payment, in cui i pagamenti si eseguono avvicinando il dispositivo mobile a un apposito lettore Pos. I pagamenti sono regolati con decurtazione del credito telefonico, per i clienti con carta ricaricabile, e mediante l’addebito sul conto telefonico, per i clienti con un contratto di abbonamento. In Italia si è sviluppata una piattaforma per il pagamento con il telefonino di copie di quotidiani online (one shot o in abbonamento), contenuti musicali e video, social games, contenuti riferiti a un pubblico adulto.

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