20 Aprile 2024, sabato
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Saranno ditte italiane a restaurare la basilica della Natività

Il restauro della Basilica della Natività di Betlemme, in Cisgiordania, sarà eseguito da una filiera tutta italiana: la ditta esecutrice dei lavori è la Piacenti, mentre la Pilosio fornirà le attrezzature. Alla firma dell’accordo erano presenti il Custode di Terra Santa, Fra Pierbattista Pizzaballa, il Primo Ministro  Palestinese Rami Hamdallah e i Patriarchi delle Chiese Greco-ortodossa e Armena apostolica. Protagoniste dell’intervento di ripristino del monumento per eccellenza della cristianità situato in Terra Santa, dunque, sono la Pilosio, big player europeo del settore ponteggi e casseforme con sede in provincia di Udine, e la Piacenti, storica ditta di Prato specializzata nel settore del restauro. La prima fase dei lavori si concluderà non prima di marzo 2014, mentre la conclusione del progetto complessivo di restauro potrebbe coincidere con la fine del nuovo anno. La scelta di appaltare a una filiera tutta italiana questo importante intervento, impegnativo sia dal punto di vista simbolico che da quello tecnico, è un riconoscimento della tradizione made in Italy di eccellenza nel restauro. Il Console Generale d’Italia a Gerusalemme Davide La Cecilia ha commentato così questo progetto durante la cerimonia ufficiale di firma del contratto: “Il restauro della Natività rappresenta un importante segnale della forte priorità attribuita dalla istituzioni palestinesi alla conservazione del proprio patrimonio culturale e allo stesso tempo una chiara testimonianza di come persone che professano fedi diverse possano unirsi a tutela dei luoghi di culto.”  I lavori di ripristino della Basilica si sono resi necessari per i danni provocati dalle infiltrazioni d’acqua piovana dal tetto (copertura in piombo risalente al 1478) al legno sottostante, alle pareti, alle colonne e ai mosaici della struttura. Come accade per la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, anche a Betlemme il luogo dove si fa memoria della nascita di Gesù è sotto la giurisdizione di tutte e tre le confessioni cristiane storicamente presenti in Terra Santa. “Mentre il Medio Oriente è in fuoco e vengono bruciate chiese e distrutte moschee – ha detto padre Pizzaballa al momento della cerimonia della firma del contratti – ciò che noi facciamo, qui, è esattamente l’opposto: musulmani e cristiani costruiscono insieme per preservare non solo un patrimonio storico, ma un luogo simbolo di fede per miliardi di credenti nel mondo.”

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