25 Aprile 2024, giovedì
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Bancomat professionisti, contrordine: solo quelli da 200 mila euro di fatturato

Bancomat professionisti, contrordine: solo quelli da 200 mila euro di fatturato. Avevamo capito che chiunque sarebbe potuto andare dal dentista, dal commercialista, dall’avvocato o anche dal tappezziere e avrebbe potuto pagare comodamente con bancomat o carta di credito come avviene in qualsiasi negozio: dal Governo invece (Ministero dello Sviluppo) è arrivato una specie di altolà in forma di rinvio e applicazione selettiva, per cui l’obbligo vale solo per i pagamenti sopra i 30 euro e, soprattutto, vale solo per i professionisti e le imprese da 200 mila euro di fatturato annuo, a occhio i grossi studi. Contrordine, quindi, nonostante la tracciabilità totale dei pagamenti fosse vista come l’antidoto più efficace per contrastare l’evasione fiscale tramite i pagamenti in nero.
Dopo le proteste dei professionisti (in particolare architetti e ingegneri) il ministero dello Sviluppo ha modificato la norma che impone l’obbligo per professionisti e imprese di accettare pagamenti effettuati con bancomat (e carte di credito) e quindi di dotarsi di Pos (la macchinetta del bancomat). E’ stata introdotta una soglia minima di 30 euro: per gli architetti, invece, nessun obbligo fatta salva la possibilità per il committente di di pagare con bonifico bancario.

In sede di prima applicazione, e fino al 30 giugno 2014 si applica limitatamente ai pagamenti effettuati a favore degli esercenti per lo svolgimento di attività di vendita di prodotti e prestazioni di servizi, anche professionali, il cui fatturato dell’anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento sia superiore a 200 mila euro. (decreto attuativo Banca d’Italia)
Il decreto, almeno in questa prima fase, prevede dunque un obbligo selettivo e transitorio, il cui allargamento dovrà passare per un nuovo decreto da emanare entro 90 giorni: il rimpallo tra Sviluppo e Banca d’Italia (perimetro di applicazione e scadenze temporali) secondo alcuni tecnici renderebbe impossibile la piena operatività del decreto attuativo il 1 gennaio 2014. La norma era stata contestata per i timori dei professionisti riguardo ai costi di installazione e gestione del Pos.

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