Forse non tutti lo sanno ma parcheggiare in doppia fila è un reato, punibile anche penalmente, e pochi giorni fa un giudice di pace ha riconosciuto il “danno esistenziale”, quantificato in 200 euro di risarcimento, in favore del proprietario di una vettura rimasta incastrata, appunto, da una Bmw posteggiata in doppia fila per ore.
Lo racconta l’avvocato Cristiano Corradini, parte lesa della vicenda: “Sostanzialmente, la mia giornata è stata completamente rovinata. Non solo: dopo un’interminabile attesa, l’imputato mi ha pure risposto in malo modo”.
Ma andiamo con ordine. La vicenda risale al settembre del 2009. All’epoca, Corradini lavorava in Irlanda. Aveva un paio di giorni liberi, e aveva programmato di trascorrerli con la fidanzata. Dovevano passare una serata tranquilla, e cenare al ristorante. Quando sono usciti di casa, verso le otto di sera, l’avvocato ha però trovato la sua automobile bloccata. Era parcheggiata in viale della Serenissima, in zona Prenestina, proprio di fronte a una sala bingo. Muoversi era impossibile: una Bmw posteggiata in doppia fila impediva qualsiasi manovra. «Ho suonato il clacson per più di un’ora, ma non ho ottenuto nessuna risposta», ha raccontato. Nemmeno i vigili urbani erano corsi in suo soccorso: «Quando li ho chiamati, mi hanno sostanzialmente risposto che avevano altro da fare, e che tutte le pattuglie erano impegnate».
Dopo un’attesa interminabile, il proprietario dell’auto si è presentato: «Scusa eh, stavo a gioca’, mica ho sentito!». Era uscito dalla sala bingo con fare tranquillo: per ore, era rimasto seduto a un tavolino senza nemmeno pensare che la sua macchina potesse essere d’intralcio. In più, di fronte alle rimostranze dell’avvocato, l’uomo si era pure risentito: «Oh che vuoi? T’ho chiesto scusa, no?». Il legale aveva deciso di reagire: «Non me ne fregava niente di essere risarcito, a quel punto era diventata una questione di principio», ha raccontato.
Corradini, quindi, si era segnato il numero di targa della Bmw, aveva raccolto un paio di testimoni, e aveva fatto causa. Il giudice, ora, gli ha dato ragione: la parte lesa, scrive il magistrato nelle motivazioni della sentenza, deve essere risarcita «per il blocco forzoso e prolungato che ha dovuto subire», anche perché il fatto «ha costituito un detrimento alla vita di relazione», e ha causato un «danno esistenziale». L’automobilista maleducato dovrà pagare 200 euro, oltre alle spese processuali. «Non è una grande cifra, ma non importa – ha detto il legale – ciò che conta è che queste persone si ricordino del senso civico. E purtroppo, il più delle volte, se ne ricordano solo quando vengono colpite al portafoglio».