20 Aprile 2024, sabato
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Facebook, protesta editori: “Col nuovo algoritmo obbliga a comprare pubblicità”

Calcionapoli24 in tribunale e, con altri cinque, all’Antitrust: ”Facebook ha cambiato l’algoritmo senza avvisarci e così ci vengono imposti investimenti per non vedere crollare i nostri lettori”. Infatti, il 5 dicembre, il social network ha ammesso di aver adottato una strategia di questo genere.
L’editore di CalcioNapoli24.it, Salvio Passante, come riporta il Corriere della Sera, si è rivolto al tribunale di Nola lamentando un crollo delle visite al suo portale, punto di riferimento per la tifoseria partenopea, del 60% nel giro dell’ultimo anno. Dovuto, a suo dire, al cambio dell’algoritmo di Facebook. “Ho fondato il sito nel 2010. Prima della modifica dell’algoritmo di giugno 2012 dalla pagina fan di Facebook arrivava più del 70% del traffico. Adesso è crollato di più della metà. Da un lunedì all’altro, dopo l’ulteriore e più recente intervento. Ho perso 80mila visite. Se va avanti così il mio progetto rischia di essere tagliato completamente fuori dal mercato con un conseguente ridimensionamento dell’azienda”.

Il problema descritto da Passante è relativo alla visibilità degli aggiornamenti della pagina: quanti degli utenti che hanno fatto “Mi piace“, 230mila nel caso di Calcionapoli24, vengono effettivamente raggiunti dai post pubblicati in assenza di investimenti pubblicitari? Il termine tecnico è “visibilità organica”.
“Negli ultimi due anni, da quando si sono quotati in Borsa, l’hanno abbassata quattro volte”, accusa l’editore campano. “Ho cercato di capire come poter intervenire e mi sono rivolto alla sede italiana di Facebook, loro mi hanno messo in contatto con Dublino. Mi sono anche recato in Irlanda e mi hanno chiesto un investimento pubblicitario da 10mila euro mensili”. Con questa cifra gli aggiornamenti della pagina di Calcionapoli24 sarebbero tornati a raggiungere la maggior parte dei fan nel loro newsfeed, la sezione di Facebook in cui vediamo scorrere le notizie. In caso contrario, a circolare massicciamente sono solo i contenuti che hanno ottenuto molti “Like” o commenti a fronte della sopracitata visibilità organica di base bassa.
Senza investimento, un link, una foto o un aggiornamento di testo possono diventare virali solo nel caso in cui gli utenti la facciano circolare. Ma perché questo accada devono essere visti almeno in prima battuta da un numero consistente di persone.
“Con altri 5 editori mi sono rivolto anche all’Antitrust”, prosegue Passante. “Non pretendiamo che l’utilizzo sia totalmente gratuito, ma ci teniamo a precisare che solo attraverso questa piattaforma virtuale riusciamo a far veicolare attraverso gli utenti iscritti le nostre notizie e contenuti e che con ciò rendiamo un servizio a Facebook, economicamente valutabile, permettendo la profilazione per interesse degli stessi utenti. La normativa che sottoscriviamo con un semplice clic, ci rende anche deboli dal punto di vista più strettamente giuridico.

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