29 Marzo 2024, venerdì
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Annullati i dazi sul tessile pakistano. Smi: decisione scellerata

Dopo l’annullamento temporaneo dei dazi sui prodotti tessili e di abbigliamento pakistani, motivato con gli aiuti umanitari a seguito delle alluvioni del 2010, il parlamento europeo lo ha reso definitivo a partire dal 2014. La Commissione europea, con l’accordo dei governi di 21 paesi dell’Unione europea a fronte di 7 contrari e l’astensione del governo italiano, aveva inserito il Pakistan nella lista dei paesi da sostenere per l’impegno finalizzato al rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi sociali e ambientali. Impegno che viene premiato con i dazi al tasso zero per i prodotti tessili. Ma la decisione ha scatenato le reazioni e le proteste del presidente di Sistema Moda Italia Claudio Marenzi: “Il Pakistan”, è il commento preoccupato di Marenzi, “è diventato un nostro forte e agguerrito competitor. Dunque, a pagare il carissimo prezzo di questa scellerata decisione sarà l’intero settore europeo, ma poiché l’Italia ne rappresenta più del 30%, l’Italia sarà il maggior ‘pagatore’ in assoluto. Sopprimere definitivamente i dazi all’ingresso dei prodotti pakistani, che già hanno prezzi altamente competitivi, genererà durissime ripercussioni sulle nostre imprese. A rischio, come avevamo segnalato tempestivamente e formalmente al governo e ai parlamentari europei, ci sono circa 120 mila posti di lavoro che potrebbero andare in fumo e in Italia la quota parte del rischio oscillerebbe intorno ai 40 mila posti”. Che la decisione sia stata presa per motivi che nulla hanno a vedere con quanto previsto dai regolamenti europei in materia”, sostiene in una nota Sistema Moda Italia, “è dimostrato da molti fatti di cronaca anche recenti. Rapporti di enti indipendenti mostrano chiaramente come in Pakistan vi siano state ripetute violazioni dei diritti delle minoranze religiose, dei diritti delle donne e di quelli dei bambini”. Il governo italiano, nonostante l’impegno personale del viceministro Calenda, “ha fatto una scelta gravemente pilatesca e altamente lesiva degli interessi nazionali”, conclude Marenzi.

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