Per contrastare il circolo vizioso del credit crunch il governo inglese ha adottato un modello (Funding for Lending Scheme, Fls) che dopo le prime perplessità sembra funzionare per restituire un po’ di ossigeno alle imprese soffocate dalla crisi e dalla relativa stretta creditizia. Quella che in Italia ha raggiunto a ottobre il suo picco: la contrazione del 3,7% nei prestiti al settore privato (famiglie e aziende) a ottobre rappresenta “la maggior flessione storica”, secondo le statistiche della Banca d’Italia.
Il modello inglese, introdotto dalla Banca centrale di Sua Maestà a metà 2012, nel pieno della tempesta finanziaria, è semplice: più presti meno paghi. Cioè, le massicce iniezioni di liquidità della banca centrale sono state vincolate in ragione del numero di prestiti effettuati realmente dalle banche che hanno avuto accesso a un minor costo del denaro. Lo schema di incentivi al credito messo a punto da Bank of England e Treasury ha dato una spinta decisiva all’economia: la crescita inglese fa di Londra la locomotiva d’Europa.
All’inizio il provvedimento era stato criticato perché troppo esposto nel sostegno al settore immobiliare: negli ultimi mesi si è constatata la ripresa significativa dei prestiti anche a imprese e famiglie. Giusto una settimana fa, poi, il Fls è stato eliminato per l’immobiliare. In Italia, viceversa, la possibilità per le banche di accedere a un costo del denaro mai reso così basso dalla Bce è stato utilizzato per lo più per ricapitalizzare e fare incetta di titoli di Stato, col risultato che le linee di credito a famiglie e imprese si è insesorabilmente interrotta.